COSENZA – Le cifre del business dell’emergenza rifiuti.
A ‘dare i numeri’ è L’Ora della Calabria con un breve report su quanto i calabresi paghino per avere le strade ricolme di immondizia. Innanzitutto viene evidenziato quanto la Regione Calabria abbia versato, solo nel 2014, ai privati per lo smaltimento rifiuti: 67 milioni di euro. Più di quanto sia stato stanziato per il trasporto pubblico dell’intera Regione per gli anni 2013-2015. Eppure i bus, anche se con diverse problematiche, viaggiano. La spazzatura invece resta al palo. Di questi 67 milioni di euro circa la metà, 31 milioni di euro, vengono direttamente incassati dalla lombarda Daneco Impianti proprietaria della discarica di Pianopoli, della grande piattaforma di trattamento rifiuti nell’area industriale di Lamezia e titolare della gestione della discarica di Alli a Catanzaro. Sì proprio la Daneco. La società cui proprietario Francesco Colucci ed amministratore Bernardino Filipponi sono finiti in manette a fine gennaio per traffico illecito di rifiuti. I due grazie all’accondiscendenza di alcuni funzionari pubblici meneghini pare fossero riusciti con una ‘mazzetta’ di 700mila euro ad ottenere l’appalto per la bonifica di un’area industriale in provincia di Milano pur non disponendo dei certificati antimafia. Ma c’è di più, per ottenere la commessa da 35 milioni di euro Daneco pare abbia cambiato la dicitura dei rifiuti da pericolosi a non pericolosi rendento possibile, sulla carta, lo smaltimento nelle proprie discariche.
Poi Ecologia Oggi. L’azienda nota alle cronache soprattutto per i ritardi nei pagamenti dei dipendenti gestisce raccolta e trasporto di rifiuti differenziati ed indifferenziati. Il patron del Cosenza Calcio Eugenio Guarascio, titolare di Ecologia Oggi, avrà dalla Regione quest’anno un’altra tranche importante di finanziamenti: 26 milioni di euro. La società, infatti, gestisce l’80% degli impianti pubblici calabresi. Il resto, dieci milioni di euro, sono invece stati assegnati alla Markab Group (otto milioni) un soggetto privato che fornisce servizi “chiavi in mano” per lo smaltimento in situazioni d’emergenza, lo stesso chiamato in causa a Napoli quando venne deciso l’invio all’estero d’ingenti quantitativi di rifiuti, e alla Sogliano Ambiente (due milioni) un’azienda romagnola che smaltisce nei propri impianti i rifiuti speciali non pericolosi a prezzi relativamente contenuti circa 30 euro a tonnellata. Esauriti i fondi stanziati per uscire dal commissariamento durato 16 anni e costato circa un miliardo di euro, la Regione si trova oggi a lottare per recuperare i 150 milioni di euro di debiti contratti dai Comuni proprio per i servizi legati allo smaltimento dei rifiuti. Quello che preoccupa è che mentre i fondi pubblici continuano a finire nelle tasche dei privati che dovrebbero arginare l’emergenza, la salute dei cittadini (che pagano) è messa a rischio dalle tonnellate di immondizia che dallo Stretto al Pollino stanno coprendo l’intera Regione.