COSENZA – Nel pomeriggio di ieri, personale della Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza dispositiva di misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa nei confronti di un uomo di 64 anni, resosi responsabile del reato di maltrattamenti nei confronti dei propri figli, di cui uno minore.
L’attività di indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica avviata dalla Squadra Mobile, trae origine dalla denuncia/querela sporta dal figlio maggiorenne lo scorso mese di novembre. In particolare, qualche giorno prima della denuncia, il padre lo aveva schiaffeggiato e maltrattato al punto tale da rifugiarsi in stanza per paura di peggiori conseguenze, anche nella consapevolezza della presenza di un’arma in casa e, per tale motivo, il ragazzo aveva allertato le forze dell’ordine. L’intervento dei poliziotti si era concluso con il sequestro dell’arma e la denuncia dell’uomo attesa la detenzione illegale dell’arma.I due fratelli dopo quest’ultimo episodio si sono allontanati dal genitore ricevendo ospitalità da altri parenti.
Nel corso delle indagini, dalle dichiarazioni assunte, emergeva una situazione familiare fatta di continue vessazioni, violenze ed umiliazioni subite ad opera del padre. Diversi gli episodi raccontati dai due ragazzi che lo descrivono come una persona assente e distaccata, dai comportamenti minacciosi che degeneravano in vere e proprie aggressioni fisiche. L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, diretta dal procuratore capo Mario Spagnuolo, ha trovato il suo epilogo nel pomeriggio di ieri con l’esecuzione della misura cautelare in argomento che conferma l’impegno della Polizia di Stato e, quindi, degli uomini della Questura, diretta dal questore della provincia di Cosenza, Giuseppe Cannizzaro, e dell’autorità giudiziaria, a tutela delle cosiddette fasce deboli.
L’uomo, a cui è stato notificato il provvedimento, non potrà avvicinarsi alle parti offese precludendo ogni forma di comunicazione con gli stessi oltre alla consequenziale applicazione del braccialetto elettronico.
Il tutto si comunica nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca.