Alessandro Marcelli morì a Lorica per un tragico incidente. Non luogo a procedere per 4 imputati
Non luogo a procedere perchè "il fatto non sussiste" per i 4 imputati di omicidio colposo per la morte del direttore d'esercizio di FDC Marcelli, avvenuta nella stazione di partenza della funivia di Lorica a gennaio del 2022. Tra loro l'ex amministratore unico di Ferrovie della Calabria Aristide Vercillo
COSENZA – La morte del direttore d’esercizio Alessandro Marcelli, avvenuta nella stazione di partenza della cabinovia di Lorica il 23 gennaio del 2022, quando venne colpito da una cabina mentre stava effettuando tutte le verifiche all’impianto prima dell’apertura, fu un tragico e doloroso incidente ma non determinato dalla responsabilità o da presunte omissioni di dirigenti e responsabili che invece fecero tutto secondo le regole stabilite.
Questo il verdetto del Gup di Cosenza, dott.ssa Letizia Benigno, che al termine della discussione odierna e dopo due perizie tecniche (una per la difesa e due per la pubblica accusa), ha emesso sentenza di non luogo a procedere perchè “il fatto non sussiste” per i 4 imputati indagati dalla Procura di Cosenza per omicidio colposo cagionato dalla cooperazione di più persone per colpa dovuta a negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme antinfortunistiche.
Si trattava di Aristide Vercillo, difeso dall’avvocato Luca Bonofiglio, all’epoca dei fatti di datore di lavoro e Amministratore unico di Ferrovie della Calabria, Pasquale Melito in qualità di responsabile del servizio di prevenzione e protezione e firmatario del documento di Valutazione dei Rischi, Santi Monasteri anche lui in qualità di RSPP e firmatario della 1 revisione del documento di Valutazione dei Rischi e il dirigente delegato Alfredo Sorace. Secondo l’accusa non furono valutati adeguatamente tutti i rischi per la sicurezza dell’ingegner Marcelli nell’espletamento della sua attività lavorativa nei luoghi di lavoro “esterni”.
Le accuse contro i 4, imputati di omicidio colposo
In particolare venne contestata la mancata predisposizione di tutte le adeguate misure di prevenzione e protezione “per evitare fattori di rischio dall’ipotesi di investimento da mezzi in movimento”. Altra contestazione della pubblica accusa fu quella della mancata fornitura, al povero ingegner di FDC Marcelli, “di un’adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodo sulla sicurezza”. Tutto contestato dalla difesa che ha invece dimostrato come gli imputati non agirono con colpa, attendendosi strettamente a quelle che erano tutte le direttive. E dimostrato anche dal consulente della difesa, l’ingegnere Delli Veneri, nominato da Pierluca Bonofiglio che ha assistito Aristide Vercillo. Nel collegio difensivo anche gli avvocati Francesco Siclari, Domenico Sorace e Mauro Valerio di Carlo.
La tragica morte di Alessandro Marcelli colpito da una cabina
Alessandro Marcelli, apprezzato dirigente di Ferrovie della Calabria, all’epoca era il direttore di esercizio della cabinovia di Lorica “Cavaliere – Codecola di Coppo”, impianto gestito da Ferrovie della Calabria. Mentre stava effettuando un controllo visivo nella stazione di partenza (a valle), dopo aver sentito un rumore anomalo provenire da un rullo deviatore, si portò sotto la banchina di transito dei passeggeri proprio in corrispondenza del rullo. Non si accorse dell’arrivo di una cabina (la numero 2) in fase di decelerazione che lo colpì all’altezza del tronco facendolo cadere a terra. Marcellì batté la testa che gli provocò un’emorragia celebrarle che poi portò al decesso.