“A Cosenza fare la parking card è un’impresa da Ercole”: Bianca Rende attacca il Comune
La consigliera comunale evidenzia le difficoltà per gli anziani: "devono sobbarcarsi a un intrigo fantozziano per arrivare all’agognata meta"
COSENZA – “Non abbiate paura di diventare vecchi”! E’ l’ultima ammonizione in una prefazione scritta da Papa Francesco ad un recentissimo saggio sul ruolo e la vita degli anziani. Più volte il compiantissimo e indimenticabile Papa Francesco ha sollecitato i vari Governi a finanziare ed attuare la legge approvata dal Parlamento per gli anziani, componente sempre più prevalente nella popolazione, anche a Cosenza. In attesa di quest’altro Godot che non arriva mai coi mezzi necessari, i Comuni dovrebbero riservare loro un’attenzione speciale. Ma a Cosenza non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!”. A dichiararlo in una nota stampa la consigliera comunale di Cosenza, Bianca Rende.
E infatti il Comune ha persino scaricato su di loro il compito di districarsi, come in un gioco dell’oca, lungo un accidentato percorso quasi insormontabile per un’età avanzata che già trova ostica l’attuale amministrazione pubblica. Adesso, per potere ottenere una Carta di parcheggio sotto casa, devono sobbarcarsi a un intrigo fantozziano per arrivare all’agognata meta. Da pietra d’angolo a pietra dello scarto il passo è breve da percorrere. Il Comune di Cosenza deve aver pensato di stimolare le loro forze cerebrali lanciando una vera e propria sfida di self control, introducendo una modifica al regolamento per ottenere “nientepopodimeno” che una parking card. Meno esclusione e più modernizzazione di così!
La fila quotidiana degli utenti davanti all’ufficio mobilità già dimostra la farraginosità di un sistema che fatica a funzionare speditamente. In aggiunta, la maggioranza dei pensionati sarà obbligata a imparare l’uso del computer e del telefonino ricorrendo prevedibilmente ad una assistenza intergenerazionale.
Da ciò forse l’augurio di una doppia vita per apprendere la modernità amministrativa di un Comune che li affida ad una società di creazione e gestione di software come pecore al lupo… Forse Ercole impiegò meno impegno nelle sue famose “fatiche” rispetto a ciò che si richiede oggi per ottenere il privilegio di un permesso per (ormai eroici) residenti!”.