COSENZA – Una querela finita con una improcedibilità penale. Fin qui nulla di strano se non fosse che al centro della vicenda si trova Vittorio Sgarbi. Il sottosegretario alla cultura, tempo fa, aveva querelato Angelo Siciliano, imprenditore di Acri, chiedendogli 11mila euro. L’uomo, assistito dal suo legale Pasquale Naccarato, è riuscito ad ottenere l’improcedibilità penale per il caso in questione.
La vicenda
La vicenda riguarda la presentazione del libro ‘Novecento’ che il noto critico d’arte e politico avrebbe dovuto tenere il 5 febbraio 2019 nella sala consiliare di Acri e di cui Siciliano si era fatto promotore con le scuole. L’evento, a causa di disguidi, non si tenne mai. A quel punto, Sgarbi, il quale aveva già inviato diverse copie del libro – per un quantitavo la cui cifra ammontava a 11mila euro – decide di querelare l’imprenditore cosentino che intanto gli aveva dato un anticipo di mille euro.
Angelo Siciliano era imputato di insolvenza fraudolenta (norma 641 c.p.) ma il legale Pasquale Naccarato ha sempre sostenuto la tesi dell’insolvenza civile, escludendo ipotesi di truffa, e attestando che il termine dei tre mesi per proporre querela era spirato (Sgarbi diffidò Siciliano ad aprile del 2019, tre mesi dopo l’evento, oltre il limite legale per presentare una querela).
Nel giorno del rinvio a giudizio, avvenuto ieri, il giudice monocratico del Tribunale di Cosenza Granata Urania, ha dichiarato l’improcedibilità penale per difetto di querela.