COSENZA – “Un ragazzo fantastico, un professionista incredibile. Mai nella vita si sarebbe suicidato”. Queste le parole di Michele Padovano, compagno di squadra, amico e, per gli ultimi due mesi di vita di Bergamini, anche suo coinquilino. Padovano, ex attaccante del Cosenza, è stato audito stamattina durante la 30esima udienza del processo che mira a far luce sulla morte di Denis Bergamini, avvenuta il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico lungo la statale 106 Jonica. In aula era presente anche l’unica indiziata, l’ex fidanzata del mediano rossoblu Isabella Internò.
“Denis mi fece da fratello maggiore”
Padovano parla di Denis come un ragazzo straordinario, generoso, dedito alla professione. Lo definisce “un leader silenzioso”. “Bergamini mi ha fatto da fratello maggiore. È grazie a lui se sono riuscito a superare un momento difficile. Dovevo andare a giocare in Serie A, nella Fiorentina – dice alla corte l’ex attaccante rossoblu – poi tutto sfumò ed io caddi in un profondo sconforto. Denis riuscì a risollevarmi. Era un ragazzo allegro e nello stesso tempo molto riservato. Quando, nel settembre del 1989, andammo a vivere insieme, lui già aveva interrotto la relazione con la Internò. “Al Berga” lei piaceva tanto ma non ci voleva stare più, per la relazione che Isabella ebbe con il calciatore Baldassari.
Padovano poi racconta che un mese prima di morire Denis gli parlò dell’aborto della Internó e del viaggio che fecero in Inghilterra per interrompere la gravidanza. “Ci siamo visti a Torino con Isabella e Bergamini ma, in quell’occasione, non sapevo ancora del bambino”. L’attaccante ricorda anche che Bergamini gli confidò “i genitori di Isabella sono venuti a conoscenza dell’aborto da poco”.
Il giorno della morte e la telefonata che turbò Denis
Padovano ripercorre, davanti alla corte, l’ultima giornata di vita del compagno di squadra: “era un giorno come un altro. Tutto normalissimo. Denis era tranquillo e scherzoso con tutta la squadra. Abbiamo pranzato e poi siamo saliti in camera per riposare. Intorno alle 15 e 30 Bergamini ricevette una telefonata. Da lì in poi lui cambiò. Quella chiamata lo turbó moltissimo“.
I due compagni di squadra erano soliti spostarsi durante il ritiro con una sola macchina, ma quel giorno non fu così. “Chiesi più volte a Denis: ‘andiamo con la mia auto?’. Lui non rispose alla mia domanda. Dopo la telefonata era così scosso che non proferì parola. A quel punto – continua a raccontare Padovano – l’ultimo incontro che ebbi con Denis fu direttamente nella hall dell’albergo. Anche lì, il suo turbamento, non era passato. Bergamini mi guardava con gli occhi sbarrati come se mi volesse dire qualcosa ma non lo fece mai, forse, per proteggermi”. Fu quello l’ultimo incontro tra Denis e Michele.
“Il suicidio? non ci abbiamo mai creduto”
“Eravamo a cena con la squadra quando il mister è venuto a darci la notizia della morte di Denis“. Padovano descrive quei momenti con ancora profondo dolore e commozione. Alla domanda sull‘ipotesi di suicidio Padovano risponde senza dubbi: “mai nella vita. Non ho creduto al suicidio per un solo momento, né io né i miei compagni. Un ragazzo che pensa di togliersi la vita non scherza e ride la stessa mattina insieme a tutta la squadra”.
“Dopo il funerale Isabella Internó – spiega ancora l’ex rossoblu – salì sul pullman con noi giocatori. Era visibilmente provata, si sedette al mio fianco e disse “io non c’entro nulla”. Queste parole mi parsero fuori luogo. Non ne capivo il senso. Era molto scossa, la accompagnai a casa e andai subito via”.
L’ex moglie di Forte e l’avvocato Bianchi
In corte d’Assise stamattina è stata audita anche Maria Lucia Cosentino, ex moglie di Francesco Forte, camionista giunto sul luogo dell’investimento subito dopo la tragedia e che, nella scorsa udienza, ha raccontato di aver sentito Pisano (l’autista del camion che ha investito Bergamini) dire: “non l’ho visto, era già per terra“. Forte ricorda anche la presenza di una donna in compagnia di due uomini: “piangeva e urlava così forte che ho chiesto ‘siete suoi parenti? hanno risposto di no. Poi l’hanno caricata di forza su un’auto scura e sono ripartiti verso Cosenza”.
In aula Cosentino conferma le parole dell’ex marito e alla domanda dell’avvocato della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo: “suo marito aveva paura?” la donna confessa :”sì, mi ha detto che se c’era qualcosa di grosso dopo la sua telefonata a Donata Bergamini aveva il timore di poter essere minacciato“. Mi disse: “se c’è qualcosa di losco finisce che ci vado di sotto io. Finisco in qualche guaio”.
Dopo l’ex moglie di Forte a testimoniare è stata chiamata anche Daniela Biondi, avvocato di Francesco Forte e sua cugina. “Forte, dopo aver visto una puntata di ‘Chi l’ha visto’ mi contattò perchè voleva parlare con il padre di Denis”. L’avvocato ha sottolineato che il cugino voleva confrontarsi con la famiglia perché “bisognava continuare con le indagini” dal momento che per lui: “non si trattava di suicidio”.
Biondi, all’epoca del fatto avvocato ed oggi cancelliere al Tribunale di Paola, riuscì (dopo diversi solleciti) a far parlare Forte con Donata. “Quello che hanno fatto al ragazzo possono farlo anche a me. Siamo in Calabria ed io ho dei bambini piccoli“. L’ex avvocato racconta alla corte che queste sono state le parole che Forte ha pronunciato in sua presenza più volte. “Pensavo e penso che mio cugino ha avuto e continua ad avere paura”.
Il processo si aggiorna al 13 dicembre. Testimonierà Mario Pranno, ex esponente della criminalità organizzata.