COSENZA – L’AMACO ha annunciato che a partire da lunedì prossimo e “al fine di ridurre i ritardi registrati sulla Circolare Veloce Verde(Rende), la stessa non raggiungerà più il centro storico. Il collegamento con il centro storico sarà invece garantito dalla Navetta Telesio in esercizio dalle ore 06:00 alle ore 23:20. Immediata la replica stizzita di cittadini e associazioni che parlano di cancellazioni che penalizzano ancora una volta il centro storico ed è la seconda corsa tagliata che arrivava fino a via Oberdan.
“Cosenza 2030 parlava di rilancio e recupero del centro storico – scrive l’associazione Piazza Piccola Nei fatti nel giro di pochi mesi ci ritroviamo con l’ufficio postale chiuso ed ora viene cancellata la corsa (circolare verde) che porta al centro storico e che la collega con il resto della città. Crediamo che in termini di rilancio e recupero del centro storico questa azione rappresenti invece un ulteriore depotenziamento e favorisca ancora di più l’isolamento e la marginalità del centro storico. Si tratta della seconda corsa tagliata dopo quella che arrivava fino a via Oberdan. Si parla di città unica – spiega l’associazione – ma in questa azione viene ancora una volta tenuto fuori il borgo antico, ghettizzandolo ancora di più. La circolare verde viene usata dai numerosi anziani che abitano il centro storico e che in questo modo riuscivano ad avere accesso ai servizi, agli uffici e al commercio cittadino evitando di utilizzare l’auto. Veniva usata dai ragazzi del centro storico e delle case famiglia per arrivare a scuola o vivere il centro. Ci si riempie la bocca di transizione ecologica e di togliere spazio alle auto in città. Questa operazione va invece ad incentivare l’uso dell’auto, andando a creare ulteriore congestionamento in città e allontanando sempre più l’idea di un centro storico vivo e senza auto. L’estate dovrebbe essere il momento in cui si potenziano i servizi per garantire e potenziare l’afflusso turistico, nell’unico luogo storico e attrattivo in città. Qui invece si mira al contrario lasciando intendere che questa estate non ci sarà un programma culturale e turistica ( fuori dalle solite quattro feste) degna di questo nome. Ora rimangono 2 biblioteche, una banca , la provincia, il castello (privatizzato) e il teatro. Come si dice da queste parti, jocativelle ari carte”.