Principe, 10 anni di sofferenze “Rende trasformata in città che ha fatto scuola del mezzogiorno”

Sandro Principe si racconta in esclusiva a Quicosenza: dalla trasformazione di Rende nella città più bella dell'area urbana, al calvario del processo: "sono stato sempre osteggiato. Mentre tagliavo il nastro della Chiesa di San Carlo Borromeo mi hanno sparato in faccia"

RENDE (CS) – “Un’assoluzione non piena ma pienissima perché il fatto non sussiste”. Sandro Principe racconta gli ultimi 10 anni trascorsi con la spada di Damocle della giustizia su di sè, che da qualche giorno ha decretato la sua assoluzione e quella di altri esponenti politici di Rende che, negli anni scorsi, erano stati alla guida della città d’oltre Campagnano e finiti nell’inchiesta “Sistema Rende“. Una sentenza assolutoria emessa qualche giorno fa dal Tribunale di Cosenza per un processo durato per ben dieci anni e che aveva visto il vecchio leader socialista finire anche agli arresti domiciliari. Per Principe, che si è raccontato in una lunga intervista rilasciata in esclusiva alla nostra redazione, questa sentenza rappresenta una doppia soddisfazione, per la serenità che viene restituita alla sua famiglia ed anche alla città di Rende “perché – spiega Sandro Principe – se insieme agli altri ex amministratori, avessimo avuto rapporti discutibili, ci sarebbe stato anche un coinvolgimento morale della città. A Rende si sono spesi miliardi in opere pubbliche e private che mai sono state sfiorate da un dubbio e mai una ditta che ha operato sul territorio rendese ha avuto dei problemi”.

“Rende restituita alla sua immagine di città che ha fatto scuola”

“Una soddisfazione enorme – spiega Principe – che riguarda la serenità restituita alla mia famiglia e alla città di Rende. Ringrazio l’avvocato Sammarco e l’avvocato Spada per l’arringa in chiusura che affermava “Principe era già assolto dalla città”. Sono stato in pista per 35 anni dove abbiamo costruito dal nulla una città, e la gente mi conosceva molto bene. Mi fa piacere che Rende sia stata restituita alla sua immagine come città che ha fatto scuola nel mezzogiorno d’Italia. La cosa strabiliante sono state le accuse mosse e il contributo che abbiamo sempre offerto. Abbiamo costruito, chiese, scuole, biblioteche e piazze. Abbiamo realizzato la più grande area industriale della Calabria con 400 aziende e un’università con 35.000 studenti.

Rende da periferia a città ‘esempio’

Lei ha parlato di un suo comportamento lineare nel corso della sua militanza e carriera politica, anche se qualche errore lo ha commesso…

“Siamo uomini – spiega l’ex sindaco – e quando parlo di Rende, dico che è una città bellissima. Era nata come una periferia e l’abbiamo trasformata, forse nella più bella dell’area urbana, centrale e costruita meglio, con punti di riferimento culturali, civili e sociali. Naturalmente le opere umane sono perfettibili e non perfette. Ma solo chi non fa nulla non commette errori. Abbiamo fatto molto quindi abbiamo commesso molti errori.  Poi Principe tocca un tasto dolente, quello del centro storicola bataille messa su dalla città vecchia ci ha fatto molto male. Io che nel centro storico ho costruito musei  e comprato opere d’arte, restaurato tutte le chiese, tele, il museo civico e il museo Maon  – che è una gemma del panorama dell’arte moderna nazionale e internazionale. Ho rivisto tutte le infrastrutture, costruito le scale mobili per togliere tutte le macchine dal centro storico e avere un grande parcheggio e avevamo tentato di realizzare un albergo. Per il centro storico abbiamo fatto molto”.

Nessun Sistema Rende ma l’inchiesta ha fatto cadere il Riformismo

La sentenza ha di fatto messo fine sostanzialmente a quel famoso ‘sistema Rende’ che l’accusa aveva mosso contro di lei e contro gli altri amministratori politicamente a lei vicini:

“Certo – evidenzia Principe -, l’avvocato Bernaudo, il dottor Ruffolo, il dottore Garrà, che sono stati dei grandi amministratori e protagonisti di questa grande epopea. Forse l’Antimafia un risultato lo ha ottenuto: ha fatto cadere il riformismo rendese. Le elezioni le abbiamo perse per questo e non per la bravura dell’avvocato Manna. Cos’è cambiato a Rende in otto anni? Niente. Prima però la nostra città splendeva per ordine, pulizia ed efficienza dei servizi. Oggi invece Rende è in fase di evidente decadenza e non c’è un progetto per il futuro. L’indagine questo risultato lo ha raggiunto, facendoci perdere le elezioni, perchè naturalmente c’è stato un turbamento popolare e delle nostre famiglie”.

“Un processo Politico? Stabilitelo voi”

“Sicuramente quello che ha detto l’avvocato Sammarco, oltre a questa bellissima battuta finale, è che non c’è la notizia criminis. Il classico esempio: si sceglie un obiettivo e si cerca di cucire un abito addosso, come voleva qualcuno. Per fortuna  – evidenzia Principe – la Magistratura giudicante ha dimostrato competenza, serenità e autorevolezza. Determinate azioni degli inquirenti, per fortuna vengono corrette dalla Magistratura giudicante. Dopo tanti anni però, e questo è un altro limite del processo penale che va corretto, chi ci restituirà le penitenze che abbiamo subito? I mass media hanno una responsabilità enorme, perché quando succede qualcosa finisci in prima pagina. Poi, per trovare un trafiletto per l’assoluzione devi andare alla quarantacinquesima pagina e aspettare, giorni, settimane o mesi. La libera stampa dovrebbe correggere delle responsabilità non esaltarla come succede”.

Principe cosa può fare ancora per Rende?

“Sono stato sempre osteggiato. Pensi alla tragedia della mia vita. Ho costruito chiese, una Basilica (la San Carlo Borromeo ) e mentre tagliavo il nastro mi hanno sparato in faccia. Sono sceso in campo alle ultime elezioni perchè me lo avevano chiesto anche se non volevo. Visto che me la sentivo di reggere un confronto con grande normalità, questo ha dato molto fastidi. Sono qui e mi auguro che ci sia una nuova classe dirigente che scenda in campo e se mi chiedono un contributo, io dal momento che la città la amo, questo contributo lo darei. La politica è come la religione, uno prete ci deve nascere, deve avere la vocazione. Ecco, la stessa cosa vale per la politica. Mai spingere uno che non ha la vocazione perchè gli fai male”.

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