COSENZA – Dal 26 al 28 maggio prossimi, ad Orvieto per il secondo anno, in quello che sta ormai diventando un appuntamento fisso, l’ANPIT – Associazione Nazionale per l’Industria e il Terziario, ha convocato il gruppo dirigente di tutto il territorio nazionale sotto la sigla di “Apotheke-Strumenti per l’economia e il lavoro”. L’Associazione datoriale, costantemente impegnata a fornire validi strumenti al servizio delle imprese, in una tre giorni costellata di interventi delle personalità più qualificate nel mondo del lavoro e dell’economia del Paese, tenterà di orientare gli associati e chi li rappresenta alle grandi sfide di un periodo travagliato, sconvolto prima dal Covid, ed ora per i pesanti riflessi del conflitto in Ucraina, le cui ricadute si avvertono già pesantissime nella vita delle famiglie e nella produzione industriale.
Anche Anpit Cosenza, sarà presente ad Orvieto con il suo responsabile provinciale Francesco Ambrogio, oltre che con un nutrito gruppo di Consulenti del Lavoro aderenti all’Associazione e di Imprese che quotidianamente si avvalgono della collaborazione e del supporto del personale dell’Anpit Territoriale.
«Il momento attuale, cruciale – ha commentato Ambrogio – per il dispiegamento delle opportunità del Pnrr, è messo a dura prova dagli eventi contingenti, sono posti seri vincoli sulle capacità degli enti pubblici di programmare e portare a compimento i programmi di sviluppo”. “La Calabria – ha proseguito il presidente provinciale Anpit – non ha mai vantato risultati eccezionali per quanto attiene l’utilizzo delle risorse comunitarie ed oggi il banco di prova è “cambiare o morire“».
«La concomitanza delle due grandi opportunità, PNRR e POR Calabria 2021/2027, potrebbe rappresentare l’occasione per ridurre finalmente il divario che la separa dal resto del Paese. Purtroppo, però, non è ancora chiaramente avvertibile lo sforzo collettivo che occorrerebbe per produrre gli effetti sperati. La nostra Regione è schiacciata all’ultimo posto per quel che attiene alle competenze digitali, così come per il ridotto tasso di occupazione nei settori dell’alta conoscenza e dell’innovazione. È la regione che registra le perdite più consistenti di risorse qualificate, è il territorio dove i giovani che abbandonano gli studi e la formazione si aggira su percentuali vicine al 20%. mentre a livello nazionale la percentuale è di circa il 13%, inoltre il tasso di sopravvivenza di nuove imprese è il più basso del Mezzogiorno e quelle che riescono a resistere purtroppo rimangono piccole imprese“.