COSENZA – Non c’è nessuno in città che dica di non conoscerlo o di non averne sentito parlare anche solo una volta. E non solo nel ricordo di uomini e donne di vecchia generazione, ma anche tra i più giovani il suo nome suona familiare. Aldo, amato e conosciuto da tutti come Lalla (fu lui stesso a volersi affibbiare questo amabile nomignolo), la sua vita l’ha trascorsa lungo il corso principale della capoluogo bruzio, racimolando il necessario per vivere grazie al suo lavoro di lavavetri che instancabilmente portava avanti con dedizione, tanto che i proprietari dei negozi storici e più in vista della città facevano a gara, si racconta, per contenderselo e per mostrare vetrine belle e luminose. Di indole naturalmente gentile, di carattere particolarmente docile, nel tempo, è divenuto per tutti un personaggio dalla irresistibile simpatia.
Ma Aldo, nella sua complessa semplicità, è molto di più di questo. Per certi aspetti ha rappresentato il modello di persona libera, in un’epoca in cui la libertà di decidere della propria felicità era ingabbiata dalla rigidità degli schemi e del vecchio costume. Per dirla in altri termini, Aldo non è mai sceso a patti con Aldo: mostrarsi al mondo e non averne timore, lasciarsi andare al naturale ed intimo desiderio di essere se stesso, senza remore e vergogne varie, magari anche con po’ di narcisismo, ma pur sempre senza ipocrisia. Questo era. Oggi lo ritroviamo in una casa di riposo, mentre sembra essere appagato da un’esistenza completamente diversa da quella che aveva intravisto ed assaggiato per sè in passato. Molti lo davano per scomparso, addirittura morto, ma lui è vivo. Eccome. Buona Visione.