COSENZA – Al via questa mattina la terza udienza del processo Bergamini in Corte d’Assise a Cosenza. I primi ad entrare in tribunale gli avvocati d’accusa e difesa, dalle retrovie invece passa la schiva Isabella Internò, ex fidanzata del calciatore rossoblu e al momento unica indagata per la sua morte che, come le ultime due udienze, mantiene un profilo basso non rilasciando alcuna dichiarazione alla stampa.
Acquisite nuove foto e video
Ad aprire l’udienza giornaliera è il Pm Primicero che, in fase preliminare, chiede e ottiene, con il consenso della difesa, l’acquisizione di una decina di foto a colori del luogo in cui venne ritrovato il corpo senza vita di Denis, la piazzola a Roseto Capo Spulico, tratte da un filmato Rai “grezzo” girato il 19 novembre 1989, acquisito dalla Pg nel corso dell’indagine, ma mai entrato nel processo. Nel corso dell’udienza, la difesa di Isabella Internò, assistita dagli avvocati Angelo Pugliese e Rossana Cribari, ha chiesto l’inammissibilità della deposizione del teste di polizia giudiziaria sulle dichiarazioni rese da Isabella Internò nell’immediatezza dei fatti all’ufficiale di Pg Barbuscio. La Corte, terminata la Camera di Consiglio, ha rigettato la richiesta difensiva.
“Denis voleva lasciare il calcio e andare all’estero”
Dalle dichiarazioni rese dalla Internò emerge la volontà di Bergamini di lasciare il calcio e trasferirsi all’estero e al termine della discussione “Denis– secondo la versione fornita dalla giovane – si sarebbe buttato sotto il camion con uno scatto repentino, compiendo un tuffo simile a quello effettuato in una piscina”. In merito a queste affermazioni l’ispettore Quintieri ha precisato – “Bergamini non aveva bagagli, pochi contanti e un assegno di 8 milioni di lire (lo stipendio mensile del Cosenza), non aveva passaporto o altri documenti”.
Gli avvocati della famiglia del giocatore rossoblu hanno chiesto poi “cinque minuti tecnici” concessi senza remore dalla corte. Durante la pausa, in aula si respirava un clima teso tra le parte in particolare, tra gli avvocati della Internò, la parte civile rappresentata dall’avvocato Fabio Anselmo e il pm Luca Primicerio. Un scambio “leggermente” animato, cessato quasi sul nascere.
L’udienza è poi entrata nel vivo con un altro argomento: quello della consulenza scientifica elaborata dai carabinieri del Ris di Messina. “Gli specialisti presero atto che il portafogli, l’orologio, la catenina e le scarpe erano in buone condizioni, queste ultime presentavano soltanto tracce di usura. Sui reperti dunque non c’era alcun segno di trascinamento”. Giallo poi sui vestiti di Denis che non furono sequestrati ma andarono distrutti. “La famiglia non entrò mai in possesso dell’abbigliamento e gli fu riferito che erano stati bruciati in un inceneritore di Cosenza dell’Asl numero 9”. Le scarpe furono gli unici oggetti recuperati e furono consegnate alla famiglia Bergamini da un tifoso del Cosenza. La Quintieri poi ha dichiarato che “il Ris di Messina concluse che il corpo di Donato Bergamini era stato sormontato in posizione supina”. Si ritorna in aula il prossimo 16 dicembre.