COSENZA – E’ iniziato da pochi minuti il processo per la morte di Denis Bergamini in Corte d’Assise a Cosenza. In aula è presente l’ex fidanzata di Bergamini, Isabella Internò, unica imputata, accusata di essere responsabile, in concorso con ignoti, dell’omicidio del calciatore. Un’accusa che lei ha sempre rigettato. Il collegio giudicante è presieduto da Paola Lucente.
“Finalmente inizia il processo – ha dichiarato l’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Bergamini al suo arrivo. – Abbiamo atteso 32 anni questo momento. Donata ancora non sta bene mentre è presente il nipote Denis. Non mi aspetto nulla, oggi sarà un’udienza tecnica ma in processi come questi sono possibili i colpi di scena”. Nessuna dichiarazione invece è stata rilasciata dall’avvocato Angelo Pugliese, difensore di Isabella Internò.
Il processo dopo 32 anni
Oggi dunque, dopo 32 anni si è aperto il processo per la morte di Denis a conclusione della terza inchiesta sulla morte del calciatore ad opera del magistrato Eugenio Facciolla. Bergamini il 18 novembre del 1989, venne trovato senza vita sulla statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico. Il calciatore del Cosenza, era all’apice della sua carriera ed era molto amato dai tifosi rossoblù. Il processo potrebbe finalmente accertare i motivi della sua morte e far luce su quell’incontro tra lui e la sua ex fidanzata, che secondo varie ipotesi, non si sarebbe mai rassegnata alla fine della loro relazione. Isabella Internò aveva all’epoca dei fatti 19 anni, lui quasi 27. Secondo quanto ricostruito i due si trovavano sull’auto di Denis quel giorno e si sarebbero fermati in una piazzola sulla statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, quando all’improvviso – ha sempre raccontato la Internò – Denis avrebbe deciso di togliersi la vita lanciandosi sotto un camion in transito.
Ma nessuno, tantomeno i parenti di Denis, e in particolare la sorella Donata, ha mai creduto al suicidio. Per ben due volte le inchieste non portarono a nulla fino a quando il Procuratore Facciolla riaprì il caso. Nel giugno del 2017, nel corso della terza inchiesta, il corpo del calciatore viene riesumato. Quello stesso cadavere che sarebbe stato trascinato per una sessantina di metri da un camion, e che era incredibilmente intatto, e anche gli oggetti, come l’orologio, non presetnava nemmeno un graffio.
Utilizzando la glicoforina, questa si è “illuminata” nella zona della trachea, restando invece “buia” nella ferita che sarebbe stata causata dal camion. Il calciatore pertanto, secondo i periti, è stato prima stordito con del cloroformio o una sostanza simile, impossibile da rintracciare col passare del tempo, poi soffocato, forse con un sacchetto di plastica, e infine fatto sormontare parzialmente dalla ruota del camion, per simulare il suicidio. L’incidente probatorio ha stabilito anche che Denis è stato ucciso da almeno due persone. L’unica persona certamente presente sul luogo dell’omicidio era Isabella Internò che da oggi è a processo.