COSENZA – Dal blocco dei licenziamenti alla riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, ma anche una rivalutazione delle pensioni. Sono alcuni dei punti rivendicati con lo sciopero di oggi. A Cosenza, il corteo promosso da USB Cosenza Confederazione Provinciale, Cobas Lavoro Privato Cosenza e Fronte della Gioventù Comunista, è partito da piazza Loreto per arrivare in piazza 11 Settembre, con una tappa davanti la sede di Confindustria: “il Governo ha deciso ancora una volta di piegarsi a Confindustria e ha rimosso il blocco dei licenziamenti, misura rivelatasi insufficiente in quanto sono stati comunque licenziati un milione di lavoratori”.
“L’obiettivo del Governo Draghi e di Confindustria – dicono i manifestanti – è scaricare il costo della crisi sulle spalle dei lavoratori”. Al centro dell’iniziativa anche quello che viene definito il ‘ricatto‘ relativo alla sospensione del reddito di cittadinanza, e per chiedere l’abrogazione del jobs act e dei contratti precari, il rilancio degli investimenti pubblici in sanità e in settori come la scuola, i trasporti, la casa, la tutela dell’ambiente.
Una mobilitazione che in Calabria è vista con particolare attenzione rispetto alle migliaia di posti di lavoro a rischio con diverse vertenze aperte (Tirocinanti, Abramo, Terme Luigiane, portuali…). “A Cosenza e provincia sono migliaia i lavoratori e le lavoratrici a nero, sottoinquadrati e sottopagati in appalti e subappalti, centinaia se non migliaia i lavoratori in vertenza (Abramo e San Bartolo solo per citarne alcune) mentre la stragrande maggioranza della popolazione si vede negato il diritto a una vita dignitosa a causa delle politiche portate avanti negli ultimi anni dalle consorterie politiche che si spartiscono la città e la regione”.