Cosenza, proseguono le indagini su un presunto caso di malasanità

Trentatré le persone iscritte nel registro degli indagati, per 16 il gip ha disposto l’archiviazione mentre per altri 17 saranno necessari approfondimenti

COSENZA – Archiviazione parziale e contestuale prosecuzione delle indagini in merito alla morte di Margherita Caruso: è quanto deciso dal gip del Tribunale di Cosenza, Letizia Benigno. Per il decesso della donna di 81 anni sono state iscritte nel registro degli indagati 33 persone. Si tratta di medici e personale sanitario in servizio all’azienda ospedaliera di Cosenza.

Margherita Caruso di 81 anni, affetta da patologie varie, il 30 settembre 2017 arriva in pronto soccorso a Cosenza per insorgenza di disartia e instabilità posturale. Viene sottoposta a vista neurologica e su indicazione del neurologo viene ricoverata presso la unità operativa di Medicina dell’ospedale di Rogliano dove, il giorno seguente, alla vasculopatia cerebrale si aggiungono crisi convulsive e polmonite. La paziente viene trasferita al reparto di Rianimazione dell’ospedale di Cosenza e rimane dal 2 al 5 ottobre. Il 30 novembre 2017 la paziente viene nuovamente ricoverata presso il reparto di Medicina e Chirurgia d’emergenza della azienda ospedaliera di Cosenza per sospetta mielodisplasia e rimane fino all’11 dicembre. Il 24 dicembre, poi, viene trasportata d’urgenza in pronto soccorso per un aggravamento del quadro clinico complessivo. Il 30 dicembre, in seguito ad arresto respiratorio, viene inviata nel reparto di rianimazione dove giunge in coma e muore qualche ora più tardi.

Da qui la volontà della famiglia di capire cosa sia realmente successo e l’avvio dell’iter giudiziario, che ha visto l’iscrizione nel registro degli indagati di 33 persone, tra cui medici in servizio nei vari reparti in cui la vittima ha fatto ingresso «senza alcun distinguo in ordine a ruoli, mansioni, tempistica». Ieri, il gip ha disposto l’archiviazione per coloro i quali risultano «palesemente estranei ai fatti e per i quali non è formulabile alcun addebito». Si tratta di Giuseppe La Rosa, Demetrio Bonofiglio, Massimo Rizzo, Michele Maletta, Anna Paternostro, Gioconda Grimaldi, Luana Faita, Ida Giordano, Stefania Montesano, Francesca Mitidieri, Pasqualina Brunelli, Carolina Biscardi, Consalvo Ricci, Francesco Crocco, Lara Nardi e Gino De Cello. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto per i restanti indagati la prosecuzione delle indagini.

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