COSENZA – “Un giorno ti racconterò di quanto sia stato bello darti alla luce. Ti racconterò di un dottore, Giancarlo Cariati, molto attento e scrupoloso, che ti ha seguito da prima ancora che tu esistessi, fino alla tua nascita. Della dottoressa neonatologa Maria Raffaella Ramundo, che quel camice bianco non lo ha mai ostentato, al contrario, ha preso le sembianze di un angelo e ha cercato di proteggerti da ogni male. Quel male ho rischiato di essere io”. Inizia così la lettera di Simona che ha scritto alla nostra redazione per esprimere il suo ringraziamento e rivolgendosi alla sua piccola appena nata le sussurra: “ti racconterò del dottore anestesista Giovanni Reda, un uomo tanto grande quanto umano, che ha abbracciato la mia paura e l’ha trasformata in forza. E poi ancora della dottoressa Oppedisano, dell’infermiere Andrea che mi ha accarezzato dolcemente il viso per tranquillizzarmi. Dell’ostetrica Rosellina, del ferrista e persino del barellista Salvatore che mi ha strappato tante risate. Ti racconterò che a casa tante zie hanno pregato per te, affinchè tutto andasse per il meglio”.
“Ma soprattutto – scrive ancora Simona – ti racconterò che in quell’inferno di ospedale, dove non funziona quasi nulla e c’era una forte carenza di personale, lavoravano delle persone straordinarie, dall’infermiera, alla puericultrice alla signora delle pulizie. Persone che soprattutto nel periodo in cui tu sei venuta al mondo, hanno fatto il possibile senza risparmiarsi. Nel frattempo che tu cresci, io mi impegno a cambiare le cose e a quelle persone che fanno tanti sacrifici va riconosciuto il merito. Non è solo cattiva sanità il nostro ospedale e bisogna mettere in luce che la colpa, non è di chi ci lavora ma di chi gestisce. Il mio grazie va ad ognuno di loro”.