COSENZA – Quello su corso Telesio, appena due giorni fa, è solo l’ultimo dei tantissimi crolli che da anni interessano il cuore del centro storico di Cosenza. Un ferita aperta e dolorosa quella della città vecchia, dove da decenni è iniziato un lento e inesorabile percorso di decadimento e abbandono. La patria di Parrasio e Telesio, due tra i dotti cosentini più illustri e per cui la città fu rinominata l’Atene della Calabria, è morente tra spopolamento, degrado, sporcizia e pezzi di storia che si frantumano giorno dopo giorno. Cosenza vecchia sembra abbandonata al suo destino, tra il dolore dei residenti che continuano a chiedere interventi di messa in sicurezza.
E qui si arriva al punto più discusso, l’intervento sugli edifici pericolanti. La maggior parte dei crolli interessano strutture private abbandonate dai proprietari. “Questa casa cade a pezzi ma è chiusa da almeno 50 anni e non si è mai visto nessuno” racconta un residente. Sul punto il sindaco di Cosenza è stato chiaro “per ogni intervento che incida sugli immobili del Centro storico occorre la preventiva autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Culturali e al Paesaggio, essendo tale centro storico dichiarato di notevole interesse paesaggistico. Avevamo proposto un percorso alternativo per il quale tali immobili, colpevolmente abbandonati dai singoli privati, possano essere espropriati per destinarli a finalità pubbliche e di pubblico interesse. In tal caso, più che il costo delle indennità di esproprio – poiché il valore venale dei singoli beni diruti e pericolanti si ritiene essere pressoché zero – occorre però reperire rilevanti risorse finanziarie per assicurare una ‘nuova vita’ a tali beni e, prima ancora, per la loro messa in sicurezza. Cosa che avevamo proposto con il CIS, ma che è stata bloccata da alcuni esponenti locali dei 5 Stelle”.
A proposito di CIS, la sottoscrizione del del Contratto Istituzionale di Sviluppo “Cosenza–Centro Storico” avvenuto nella Biblioteca civica di Cosenza porta in dote 90 milioni di euro che serviranno per la salvaguardia, la messa in sicurezza e la valorizzazione. Venti progetti con obiettivi specifici, riguardanti la riqualificazione dello spazio urbano, l’ammodernamento delle infrastrutture e dei servizi pubblici, il contrasto alla povertà e al disagio abitativo, occupazionale, relazionale – culturale. I lavori dovrebbero avere inizio nel 2022 e dovrebbero essere completati entro il 2025, burocrazia permettendo. Forse l’ultimo treno per provare a salvare uno dei centri storici più importanti e qualificati del Mezzogiorno d’Italia.