COSENZA – Fuoco incrociato sulla Regione Calabria, da una parte Confcommercio Cosenza e lo sfogo del presidente sul mancato avvio delle vaccinazioni sui luoghi di lavori, dall’altra, i sindacati che attaccano la governance calabrese sul non rispetto dei protocolli anti Covid in sede.
“Apprendere che la Regione ha vaccinato tutti i suoi dipendenti, applicando il protocollo che noi avevamo firmato, mentre le nostre imprese sono al palo mi lascia senza parole. È di oltre un mese la promessa che sarebbe stato possibile partire con le vaccinazioni sui luoghi di lavoro, ma così non è stato”. E’ quanto afferma il presidente di Confcommercio Cosenza, Klaus Algieri.
“Vaccini in Regione mentre le imprese sono al palo”
“Nonostante l’Ordinanza del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID-19 n. 6 del 9 aprile 2021, prevedeva – prosegue Algieri – che la campagna vaccinale nei luoghi di lavoro potesse avere inizio, compatibilmente con la disponibilità dei vaccini, in concomitanza con l’avvio della vaccinazione dei soggetti di età inferiore a 60 anni. Ed è ancora più frustrante vedere, con tanto di foto, l’esultanza della Regione che vaccina i propri dipendenti in casa sua, quando il 70% di loro lavora in smartworking e percepisce regolarmente il proprio stipendio, mentre i cassieri del supermercato, le commesse dei negozi, i camerieri dei ristoranti, i dipendenti degli hotel che hanno vissuto la cassa integrazione e vivono quotidianamente a contatto con il pubblico, stanno a guardare. Perché questa disparità? I dipendenti della Regione sono migliori dei dipendenti del settore privato? Siamo pronti da un mese, e le nostre imprese avevano manifestato il proprio interesse a vaccinare i dipendenti, qualsiasi fosse stato il vaccino disponibile (a differenza di altri). Invece nulla, solo vane promesse”.
“Solleciti caduti nel vuoto”
“Abbiamo sollecitato molte volte – sostiene ancora il presidente di Confcommercio Cosenza – con lettere e incontri al Commissario straordinario dell’ASP di Cosenza, La Regina, la necessità di avviare la campagna vaccinale sui luoghi di lavoro in applicazione del protocollo, soprattutto in vista della stagione estiva per la quale è previsto un boom di presenze. Il commissario ci aveva dato piena disponibilità ad agire, ma per procedere era necessaria l’autorizzazione della Regione, in particolare del Commissario Longo. Ma ancora non abbiamo avuto alcuna notizia in merito e siamo fermi. A quanto pare il presidente Spirlì e il commissario Longo hanno voluto dare priorità ad altro ed evidentemente non hanno interesse verso i lavoratori delle imprese private, questi forse non fanno notizia”.
Algieri prosegue chiosando che “ancora una volta la politica cura i propri interessi di facciata e non quelli dei cittadini. Questo dimostra, se ce ne fosse bisogno, che siamo in mano a persone prive di competenza, cieche di fronte al grido disperato del cuore produttivo della nostra terra e piegati solo alla cura dei propri interessi. Basta. Lo dico io, lo dicono le imprese. Siamo stanchi di essere trattati come il nulla di essere invisibili e privi di ogni considerazione. Chiedo con fermezza che pubblicamente chi di competenza, Regione in primis, già domani mattina si metta al lavoro perché nel giro di pochi giorni le imprese siano in grado di vaccinare i propri dipendenti. Lo devono come atto di serietà e rispetto verso tutti”.
Sindacati, la polemica “in Regione non si rispettano protocolli Covid”
Una segnalazione all’Ispettorato del lavoro è stata fatta dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per il “mancato rispetto dei protocolli di sicurezza anti Covid-19 in alcuni uffici della Giunta regionale posti all’interno del dipartimento Tutela dell’Ambiente. Tale segnalazione è stata indirizzata al Dirigente Generale Reggente, nonché dirigente ad interim degli stessi settori, a seguito di un ordine di servizio dello stesso Dirigente ad Interim, Comito, con il quale ha disposto il rientro generalizzato di tutti i lavoratori, tranne quelli individuati come fragili. L’ordine di servizio, ha di fatto elevato il numero massimo di lavoratori all’interno degli uffici, risultando ad oggi superiore a quello previsto all’Art. 3 comma 4 n. 5 del protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro per l’emergenza da Covid-19, sottoscritto in Regione il 6 Giugno 2020″.
“In uno di questi uffici, precisamente nella sede periferica di Vibo Valentia,- proseguono – i lavoratori sono costretti a lavorare fianco a fianco con i propri colleghi, senza il benché minimo rispetto delle norme di sicurezza anti contagio, con la presenza di sei lavoratori su otto postazioni disponibili e con un solo bagno per gli uomini e uno per le donne, utilizzato da altro personale per un numero complessivo di circa 25/30 dipendenti. Si evidenzia che, nello stesso Dipartimento, già in passato si sono verificati casi di dipendenti risultati positivi al Coronavirus e, malgrado i precedenti, a distanza di diversi giorni, nonostante la segnalazione, nessuno ha sentito l’esigenza di dare una risposta alle preoccupazioni dei sindacati”. “Pertanto – conclude la segnalazione – visti i gravi rischi ai quali i lavoratori sono esposti, si chiede un intervento urgente al fine di ripristinare la corretta applicazione dei protocolli di sicurezza”.