COSENZA – Il bimbo di 5 anni è affetto da laringomalacia, la mamma non ha l’auto e il pediatra più vicino assegnatole dall’Asp di Cosenza è a 30 chilometri di distanza. Succede a Taverna di Montalto Uffugo ed è la storia di una madre – che chiameremo Maria – che da mesi chiede un pediatra nel proprio comune di residenza, perché non può portare il figlio a Bisignano.
Il piccolo, che dalla nascita ha sviluppato la laringomalacia, una patologia congenita dovuta a una insufficiente rigidità delle strutture che compongono la laringe, qualche giorno fa, giocando a pallone nel cortile sotto casa, è stato poco bene e la mamma ha immediatamente chiamato il pediatra. Il medico, che si trova a Bisignano, pur sapendo che la donna non poteva raggiungere lo studio medico si è rifiutato di andare a visitare il piccolo a domicilio e chiesto alla donna, qualora avesse trovato un modo per arrivare in ambulatorio, di effettuare prima un tampone anticovid al piccolo. Con difficoltà e chiedendo aiuto ai vicini la madre è riuscita a far visitare il piccolo, ma da un altro medico a pagamento, fisicamente più vicino. Da mesi Maria, chiede ripetutamente all’Asp di poter trovare una soluzione e affidarle un pediatra a Taverna, ma la risposta è sempre la stessa “i pediatri hanno tutti raggiunto il numero di assistiti possibili”.
“Sono andata anche dai carabinieri – ha raccontato Maria a QuiCosenza – ma mi hanno risposto che erano troppo impegnati per occuparsi di queste cose. Allora sono andata dal parroco a chiedere aiuto. Non chiedo soldi, solo che mi venga assegnato un medico qui vicino e so che ci sono, ma pare siano sempre pieni. All’Asp fanno spallucce e mi dicono sempre che i pediatri sono pieni e se proprio ho bisogno mi devo cercare un ‘santo in paradiso’ che possa risolvere il mio problema. Qui, però, si tratta di un diritto e onestamente per il bene di mio figlio se avessi conoscenze le userei, ma non conosco nessuno e sono costretta se mio figlio sta male a chiedere ai vicini di accompagnarmi in ospedale o dal medico”.