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Proteste durante l’inaugurazione del Ponte di Calatrava: “Non c’è nulla da festeggiare” (FOTO E VIDEO)

Cosenza

Proteste durante l’inaugurazione del Ponte di Calatrava: “Non c’è nulla da festeggiare” (FOTO E VIDEO)

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Un morto sul lavoro, una mancata bonifica e i fondi degli alloggi popolari investiti per l”antenna’. Cittadini contestano le ‘vergogne’ dell”affare Calatrava’

 

COSENZA – Mobilitazione in città in occasione dell’inaugurazione del Ponte di Calatrava. Tre le proteste che si sono svolte durante il taglio del nastro. Un corteo indetto dal comitato Prendocasa Cosenza è partito dall’Hotel Centrale occupato intorno alle 18.00 ed ha attraversato viale Parco. Un altro del Partito Comunista da Palazzo dei Bruzi. I rom sotto sgombero che da trent’anni vivono in via Reggio Calabria, hanno invece presidiato il proprio quartiere. La contestazione riguarda le ‘vergogne’ che si celano dietro l’appalto da circa venti milioni di euro affidato alla Cimolai di Pordenone. Innanzitutto la questione dei fondi ex Gescal, prelevati dagli anni ’70 fino al 1991 dalle buste paga dei lavoratori per essere destinati alla manutenzione e costruzione di case popolari. Denaro che grazie alla complicità della Regione Calabria è stato usato per finanziare oltre un terzo delle spese per la costruzione del ponte. Un ‘affare’ perfezionato in era Scopelliti quando all’assessorato regionale ai Lavori Pubblici della Regione Calabria sedeva Pino Gentile, oggi al fianco del sindaco Occhiuto. La realizzazione del progetto, pensato circa vent’anni fa da Giacomo Mancini, a scapito degli alloggi per i senzatetto è stata resa possibile da un primo passo fatto dalla giunta Loiero con il beneplacito degli allora assessori Nicola Adamo, Doris Lo Moro, Sandro Principe, Ennio Morrone e l’attuale commissario della Sorical, il rendese Luigi Incarnato.

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Il ponte, come noto, collega le due sponde del Crati. Gli argini del fiume però non sarebbero stati bonificati a norma di legge. Sui terreni infatti pare fossero presenti oltre ad una miriade di rifiuti anche idrocarburi. Una querelle che ha portato alla sbarra il direttore dei lavori Vito Avino, l’amministratore delegato della Cimolai Salvatore De Luna e il dirigente del settore Infrastrutture del Comune di Cosenza Carlo Pecoraro accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Sull”affaire’ Calatrava inoltre grava il peso della morte di un operaio di 53 anni Raffaele Tenuta, morto quattro mesi dopo essere caduto all’interno del cantiere. Un incidente che si tentò di mascherare con i colleghi che invece di trasportare Tenuta in ospedale lo accompagnarono a casa a Marano Marchesato invitandolo ad affermare di essere scivolato mentre si trovava su un albero. Anche in questo caso sono state iscritte nel registro degli indagati quattro persone per omicidio colposo e omissione di soccorso: Alberto Chiappetta amministratore della Nuove Pavimentazioni srl, società alle cui dipendenze prestava attività il lavoratore deceduto, l’imprenditore Antonio Chiappetta e due dipendenti della stessa azienda, Roberto Spadafora e Giuseppe Covello.

 

Per ricordare ciò i cosentini che non hanno inteso applaudire il sindaco Mario Occhiuto e l’architetto spagnolo Santiago Calatrava si sono ritrovati a contestare la faraonica inaugurazione costata ben 126mila euro. I cortei, con oltre duecento manifestanti, hanno raggiunto la sponda del Crati nei pressi di via Reggio Calabria dove ad attenderli hanno trovato un enorme dispiegamento di forze dell’ordine. Per i manifestanti “non c’è nulla da festeggiare”. Un messaggio chiaro che hanno inteso urlare a gran voce al loro arrivo, mentre dall’altro lato l’arpa intonava le musiche inaugurali. La celere ha impedito ai manifestanti di raggiungere il luogo del taglio del nastro, la protesta si è quindi spostata nell’area di via Reggio Calabria vicino all’area in cui sono state demolite le casette dei rom. I fragorosi fischi hanno fatto da eco alle parole pronunciate dal sindaco Mario Occhiuto e dai suoi ospiti. Ignoti con un blitz fulmineo sono poi riusciti a salire sul ponte ed appendere uno striscione con su scritto: GESCALATRAVA.

FOTO/VIDEO MARCO BELMONTE

 

 

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