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Maxi confisca di beni (324 milioni) appartenenti ad imprenditore defunto

Calabria

Maxi confisca di beni (324 milioni) appartenenti ad imprenditore defunto

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Sequestri effettuati in Calabria e in altre regioni italiane.

REGGIO CALABRIA – La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di confisca di beni per circa 324 milioni di euro, emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria nei confronti del defunto Vincenzo Oliveri, noto imprenditore nel settore oleario con proiezioni sia nel comparto alberghiero che in quello immobiliare e dei servizi in Calabria (nella piana di Gioia Tauro e in provincia di Catanzaro), ma anche in Abruzzo e in Toscana. Vincenzo Oliveri era socio con il fratello, da tempo stabilitosi a Giulianova, in numerose iniziative culminate con la costituzione di un vero e proprio impero imprenditoriale (il noto Gruppo Oliveri).

L’uomo, fin dagli anni ’80, risultava coinvolto in diversi procedimenti penali per la commissione di reati associativi, finalizzati alla commissione di truffe aggravate, frode in commercio, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, conclusi con sentenze di prescrizione. Successivamente, Oliveri fu arrestato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa il 26 luglio 2010 dal Gip del Tribunale di Palmi per i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata ed altro, per all’indebita percezione di contributi erogati ai sensi della legge 488/1992 ad aziende facenti parte del suo gruppo industriale.

Con il provvedimento di oggi, la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha integralmente confermato quanto disposto dal precedente decreto del Tribunale di Reggio Calabria nel gennaio del 2016 a carico di Vincenzo, Giovanni e Matteo Giuseppe Oliveri e Domenica Rosa Carnovale. E’ stata, pertanto, disposta la confisca di 15 societa’ operanti nei settori agricolo-oleario, turistico-alberghiero, immobiliare e dei servizi; 88 immobili, tra cui spiccano gli edifici che sono sede degli alberghi/ristoranti/resort di gran lusso Hotel Villa Fiorita, di Giulianova (Teramo), e Il Feudo degli Ulivi, di Borgia di Catanzaro; 7 autoveicoli personali ed aziendali; 385 titoli comunitari (aiuti all’agricoltura) che danno diritto a percepire dall’Agea la somma di circa 1,6 milioni di euro annui, e svariati conti correnti societari e personali. La Dia ricorda che “tutte le aziende confiscate proseguono regolarmente le loro attivita’ commerciali con appositi amministratori giudiziari nominati dall’autorita’ giudiziaria”. Il Centro operativo Dia di Reggio Calabria negli ultimi tre anni ha complessivamente operato sequestri e confische di beni per un valore di circa un miliardo e duecento milioni di euro.

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