Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Cani torturati e uccisi nel Cosentino. Lettera al ministro: “accelerare tempi processo per Angelo”

Area Urbana

Cani torturati e uccisi nel Cosentino. Lettera al ministro: “accelerare tempi processo per Angelo”

Pubblicato

il

angelo

Una reazione che non si è mai spenta, un eco mediatico che prosegue in tutta Italia e questa volta arriva dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Intanto nelle ultime ore, sono stati accertati dei casi di avvelenamento di alcuni cagnolini a San Marco Argentano. 

COSENZA – Un orrore senza fine, cani uccisi, torturati, con una cattiveria che è fuori dal mondo. Dal povero Angelo, legato, impiccato, torturato preso a bastonate e ucciso dai quattro giovani di Sangineto, agli episodi di avvelenamento che arrivano dal San Marco Argentano, dove nelle ultime ore sono stati ritrovati cinque cani senza vita. Avvelenati, sottoposti alla più crudele, sofferente e lenta morte, e poi accatastati uno sull’altro quasi non fossero ‘vite’. Una malvagità umana che continua e che qualcuno deve fermare.

cani-avvelenati-san-marco-argentanoIntanto l’attenzione resta alta ancora, sull’uccisione barbara del povero Angelo, per mano di quattro ragazzi di Sangineto. Dopo i servizi televisivi de “Le Iene”, una mobilitazione massiccia lo scorso mese di luglio e tante iniziative in tutta Italia l’ultimo atto della vicenda è quello rivolto al ministro della Giustizia Andrea Orlando, al quale hanno scritto diverse associazioni animaliste per chiedere pene certe ma soprattutto un accelerazione del procedimento giudiziario nei confronti dei quattro assassini di Sangineto.

Ecco il testo della lettera

Illustrissimo signor ministro della Giustizia,
Alcuni mesi fa, a Sangineto, provincia di Cosenza, Calabria, Italia, Europa, non quarto mondo, non zona di guerra, quattro ragazzi hanno torturato e ucciso, a palate, previa impiccagione, senza alcun motivo, un cane meticcio, di pelo bianco, che è stato chiamato Angelo, hanno filmato le loro azioni e le hanno immesse in rete. Il video è straziante e chi lo ha visto, anche quelli abituati a contesti molto difficili, non può dimenticarlo, soprattutto per l’assoluta indifferenza degli aguzzini, una sorta di “normalità del male”.

Il fatto ha avuto grande rilievo mediatico, la popolare trasmissione Le Iene ha mandato in onda un servizio realizzato a concreto rischio dei giornalisti, Facebook ha incanalato un’ondata di proteste, per un fatto che gli abitanti del luogo, sindaco compreso, tentano di derubricare a ragazzata, deplorando invece la diffusione dell’evento e sostenendo, in un prevedibile copione, che gli autori sono bravi ragazzi e che Angelo, in fondo, era soltanto un cane.

Con grave ritardo, la questura di Cosenza ha emesso misure di prevenzione e la Procura di Paola ha aperto un fascicolo, avviando indagini preliminari, probabilmente ai sensi dell’articolo 544 c.p. (maltrattamento di animali). Non siamo in grado d’immaginare un procedimento più facile, con gli autori del crimine che hanno realizzato e diffuso, autonomamente, una piena confessione; ove fossimo i loro legali, li valuteremmo indifendibili, suggerendo loro d’invocare la clemenza della corte.

Nonostante Angelo fosse giuridicamente un essere senziente, le pene previste per il suo omicidio, perpetrato con crudeltà, per futili motivi e in concorso, sono ridicolmente lievi, poiché la legislazione italiana non recepisce teorie criminologiche avanzate, che ritengono la crudeltà verso gli animali uno degli elementi predittivi verso forme di devianza criminale gravissime.

Tuttavia, l’ondata d’indignazione, potenza del web, ha travalicato i confini locali e nazionali e le persone perbene, ancora maggioranza, si attendono che i responsabili siano puniti, ai sensi di legge vigente, né più, né meno, possibilmente in tempi non biblici, poiché una condanna dopo anni, non servirebbe né al recupero dei rei, né come monito verso possibili emuli, convinti della probabile sostanziale impunità, sarebbe soltanto denegata giustizia, fallimento del sistema giudiziario e sconfitta dello stato.

Siamo certi, perché nonostante tutto ancora crediamo in questo stato e nella giustizia che Ella rappresenta, se non altro politicamente, che sarà fatto tutto il possibile e il doveroso, perché Angelo, ovunque sia, possa vedere i suoi aguzzini puniti e non sia ucciso una volta di più, anche nella memoria, perso tra rimpalli di responsabilità, sottovalutazione, menefreghismo, omertà strisciante e burocratica amministrazione della legge.

Non riporterà in vita Angelo, ma il patto millenario suo e di tutti i cani con gli umani sarà onorato, avrà compiuto il suo dovere di ministro, andrà a letto più sereno e gli italiani onesti le saranno grati.

Da cittadini che non hanno mai cessato di perseguire il bene comune, ci farebbe piacere un riscontro e magari un incontro, tra i suoi, indubbiamente, molteplici e più importanti impegni.

Roberta Filoscia (Ass. “Musi sereni”)
Alessia Buzzavo (Ass. “Mifidodifido”)
Raffaello Federighi – Antonella Bruni (Studio legale canino associato Lupotti & De Canibus)
Elvia Viglino (“Amicianimali onlus”)
Maria Antonietta Stella (“Animaliamiciviterbo.it”)

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA