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Telefonini ai detenuti del carcere di via Popilia, condannato agente della penitenziaria
Fornivano cellulari con sim card in cambio di denaro.
COSENZA – Salvatore Gabriele ai suoi superiori tentò di giustificare il suo comportamento con le condizioni di particolare ristrettezza economica in cui stava vivendo. Ciò non è bastato ad ammorbidire la posizione dei colleghi dell’assistente capo della polizia penitenziaria, in forze nella casa circondariale di via Popilia sino alla fine del 2010. Il quarantottenne di Lattarico fu denunciato alla magistratura e sospeso dal servizio. Ieri, al termine del processo di primo grado, il Tribunale di Cosenza ha condannato il ‘secondino’ a due anni di reclusione per il reato di abuso d’ufficio. L’uomo che confessò di aver ricevuto dai detenuti la promessa di somme di denaro in cambio di sim card e cellulari è stato invece assolto dalle accuse di corruzione. Gabriele pare abbia fatto entrare illegalmente nel carcere Sergio Cosmai tre telefonini, permettendo che si consumassero colloqui telefonici non autorizzati cui contenuto non è dato sapere. Conservava tutto in tasca, nella divisa, per poi renderlo disponibile nell’immediato a chi ne facesse richiesta. Insieme a lui è stato condannato per ricettazione a tre anni di detenzione Erminio Mendico 42enne di Melito Porto Salvo ristretto all’epoca dei fatti, Ottobre 2010, nel penitenziario di via Popilia. Assolti invece gli altri sette detenuti coinvolti: Fabio Bruni 31 anni di Cosenza, Vincenzo Ciriello 55enne napoletano, Luigi Cozza 37 anni di Vibo Valentia, Antonio Albanese 55 anni di Rosarno, Giovanni Giannone 46enne di Cosenza, Dimitri Bruno 27 anni di Belvedere Marittimo e Massimo Imbrogno 53enne di Cosenza. A difenderli sono stati gli avvocati Nicola Rendace, Francesco Boccia, Giovanni Cadavero, Carlo Monaco, Cristian Cristiano, Antonio Ingrosso, Antonio Quintieri, Rossana Cribari e Guido Contestabile.
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