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“Il superstite” di Wulf Dorn

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“Il superstite” di Wulf Dorn

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“La vita è un campo di battaglia, in cui entriamo il giorno della nostra nascita e che lasciamo con la nostra morte”

 

E’ notte fonda, fa freddo e la neve ha creato un morbido manto bianco. Jan Forstner, figlio di un noto psichiatra della clinica Waldklinik, cerca di fare un esperimento con un piccolo dittafono; crede si possano registrare le voci dei morti, che creano delle onde sonore per entrare in contatto con l’aldilà. L’aveva letto su un libro che parlava di fenomeni paranormali.
Ma per metterlo in atto occorre il silenzio assoluto e la notte e il bosco sono il contorno ideale per provarci. Il fratellino Sven decide di seguirlo furtivamente, curioso come può esserlo un bambino di 6 anni e Jan decide di tenerlo con sé. In un attimo di distrazione, però, il bambino scompare. Resta solo la sua voce registrata che dice: “Quando torniamo a casa?”.
E’ l’inizio di un incubo, che prosegue con un incidente d’auto in cui il padre rimane ucciso, mentre corre ad incontrarsi con il rapitore di suo figlio che lo aveva contattato per proporgli uno scambio. Suo figlio in cambio del suo silenzio.
Dopo quella notte, accaddero molte altre cose e dopo 23 anni dal rapimento del bambino il mistero non è stato ancora risolto…
Jan intraprende la carriera di psichiatra, in parte per seguire le orme del padre e in parte per attenuare i sensi di colpa che lo attanagliano da sempre. Ma anche per cercare una spiegazione logica alla follia di una mente che fa del male a un bambino.
Così si ritrova nuovamente al suo paese di origine, Fahlenberg, e da lì comincia la sua ricerca. Ma anche l’inizio della sua battaglia.

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