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Abusarono per anni dei cinque figli, madre e padre rinviati a giudizio
CASTROVILLARI – Non sono mai stati arrestati e continuano a frequentare i propri bambini.
Una coppia di disoccupati ultraquarantenni è stata rinviata ieri a giudizio dal Tribunale di Castrovillari per aver perpetrato violenze nei confronti dei figli. Si tratta di cinque bambini, tre femminucce e due maschietti, di un’età compresa tra i quattordici e i cinque anni. La pubblica accusa contesta al padre dei bambini di aver abusato sessualmente dei due maschi e delle due bambine più grandi, mentre la più piccola che all’epoca dei fatti aveva soli tre anni sarebbe stata sottoposta ‘solo’ a maltrattamenti reato di cui è chiamata a rispondere anche la madre per tutti e cinque i figli. A rendersi conto dell’orrore che si stava consumando in quella casa di campagna situata nell’entroterra cosentino furono gli assistenti sociali allertati dagli insegnati che avrebbero denunciato la scarsa pulizia dei piccoli alunni che pare si presentassero in aula sempre sporchi e trasandati. Dal controllo igienico sanitario effettuato all’interno dell’abitazione venne rilevato come i fanciulli vivessero a stretto contatto con animali da cortile. Qualcosa però ha insospettito gli psicologi dell’Asp che dopo aver ascoltato i bambini hanno sollecitato l’intervento della Procura ipotizzando ripetuti episodi di violenza sessuale e maltrattamenti. Da allora i bambini sono ospitati all’interno di una casa famiglia.
I genitori non sono mai stati sottoposti a custodia cautelare, nonostante secondo l’avvocato Straticò che segue il caso sussista “il pericolo di inquinamento delle prove. Anche solo uno sguardo potrebbe condizionare le dichiarazioni delle vittime che continuano ad incontrare regolarmente i propri genitori anche se si suppone che i colloqui avvengano in maniera protetta, alla presenza di operatori. Il rapporto che c’è tra genitori e minore espone comunque il minore a una condizione si soggiacenza psicologica. Per cui anche il solo contatto visivo potrebbe essere, come dire, condizionante rispetto alla volontà del minore di raccontare fatti così gravi. La situazione è estremamente delicata, perché fin tanto che non c’è una pronuncia di sentenza il reato ipotizzato è solo in termini di ipotesi accusatoria. La neuropsichiatra infantile dell’Asp di Cosenza ha inoltre rivelato che uno dei bambini sta raccontando altri episodi che potrebbero aprire nuovi sviluppi del caso”. La difesa dei genitori intanto continua nel sostenere che non vi è prova alcuna che i due abbiano abusato dei bambini cui racconti sono, secondo il legale delle coppia, da reputarsi inattendibili.
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