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Centro per migranti a Campotenese, Molinaro: «Scelta da non condannare, conseguenza di ritardi e disattenzioni»
Sui social l’ex consigliere regionale invita a riflettere sulle motivazioni che hanno spinto ad una decisione del genere precisando che questa possa essere solo una conseguenza di scelte sbagliate che sono state messe in campo
MORANO CALABRO (CS) – Continua il dibattito intorno all’ipotesi dell’apertura di un centro di accoglienza per migranti a Campotense, nel cuore del Parco nazionale del Pollino. Diverse le opinioni, tra chi la considera un’opportunità di crescita e chi, invece, crede che Campotenese debba continuare a seguire la strada intrapresa fino ad ora, quella del turismo e dell’agroalimentare.
Tra chi è contrario, oltre ad un gruppo coeso di amministratori locali e regionali che domenica sera hanno fatto cerchio intorno al sindaco di Morano, Mario Donadio, anche l’ex primo cittadino di Mormanno, Giuseppe Regina che ha scritto una lettera a tutte le più alte autorità.
È in questo dibattito che si inserisce la riflessione di Pietro Molinaro che tramite i social ha espresso il suo parere invitando tutti a riflettere sulle motivazioni che hanno spinto ad una decisione del genere precisando che questa possa essere solo una conseguenza di scelte sbagliate che sono state messe in campo.
“Perché un imprenditore vuole trasformare un complesso turistico del Pollino, a Campotenese di Morano Calabro (CS), in un Centro di Accoglienza Straordinaria per cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale? – si chiede l’ex consigliere regionale – La decisione di aderire al bando della Prefettura di Cosenza, previsto dall’articolo 11 del D.Lgs. 142/2015 che ricerca strutture idonee per nuovi posti letto, non può essere condannata. Del resto, la legge stabilisce precisi requisiti di idoneità e prevede che il Comune rilasci un parere obbligatorio ma non vincolante”.
Centro per migranti a Campotenese, Molinaro chiede la verifica
“Sarebbe utile verificare le motivazioni alla base di tale scelta imprenditoriale, che sembrerebbero di natura economica. – chiarisce Molinaro – Se così fosse, ciò impone a tutti una seria pianificazione e programmazione finalizzata a una strategia di sviluppo sostenibile, in primo luogo turistico, e realmente remunerativa per gli imprenditori del territorio”.
“È uno dei tanti esempi che, purtroppo, generano preoccupazione e diffidenza nelle istituzioni locali e tra i cittadini, ma che sono spesso conseguenza di ritardi, disattenzioni e mancate scelte – conclude – in uno straordinario territorio ricco di potenzialità, da trasformare finalmente in sviluppo vero e duraturo”.
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