Cronaca
Il caso
Presunte violenze ai danni di un bambino in casa famiglia a Cetraro, intervengono i carabinieri
L’arrivo dei carabinieri è stato sollecitato dalla segnalazione di presunti abusi ai danni di un bambino di 8 anni collocato nella struttura a seguito del rifiuto della madre di somministrargli psicofarmaci
CETRARO (CS) – I carabinieri di Cetraro sono intervenuti lunedì nella Colonia San Benedetto Beato Maria Fusco Maschile. L’arrivo dei militari è stato sollecitato dalla segnalazione di presunti abusi ai danni di un bambino di 8 anni, collocato in maniera coatta nella struttura lo scorso 18 settembre. Un provvedimento, in sintesi, scaturito dal rifiuto della madre di somministrargli psicofarmaci a base di a base di metilfenidato (Midikinet) per via degli effetti collaterali manifestati, optando per un trattamento terapeutico con specialisti qualificati attraverso il quale stava ottenendo ottimi risultati. Il piccolo, secondo quanto riportato nella denuncia sporta alla locale stazione dei carabinieri, verrebbe picchiato ogni giorno all’interno della struttura da un ragazzo, del quale sono state fornite le generalità alle autorità competenti.
L’ispezione dei carabinieri
Pervenuta la notizia dei presunti maltrattamenti che il bimbo subisce nella struttura, gestita dalle suore della congregazione di San Giovanni Battista, i carabinieri si sono recati sul posto. Informati delle violenze denunciate (che pare avvengano soprattutto negli orari notturni) i militari hanno immediatamente effettuato un sopralluogo nella struttura.
L’esito dell’ispezione è stato comunicato al Tribunale per i minorenni di Catanzaro dove è già calendarizzata per il prossimo 9 dicembre l’udienza per la revoca del provvedimento che ne ha portato all’allontanamento dalla famiglia. I controlli hanno riguardato la compatibilità della casa di educazione con le condizioni di salute del bambino, soprattutto per quanto riguarda la stanza nella quale dorme che, pare non sia separata dal dormitorio dei ragazzi di età superiore ai 14 anni.
La richiesta di chiarimenti
Alla tutrice provvisoriamente nominata dall’autorità giudiziaria, sono state chieste delucidazioni in merito alle condizioni ambientali e psichiche nelle quali vive il bambino. Il provvedimento del Tribunale per i minorenni disponeva il collocamento «eventuale, qualora ogni altro intervento si fosse rivelato non risolutivo – si legge negli atti – in una struttura specialistica a valenza sanitaria». La Calabria non è però dotata di simili strutture.
È stato quindi disposto dai servizi sociali di San Marco Argentano l’internamento in una casa di educazione per bambini dai 6 ai 13 anni. Di fatto però il bimbo, si trova in un luogo dove sono presenti solo un’altra bambina e tutti ragazzi tra i 14 e i 18 anni di età, verosimilmente compreso il suo compagno di stanza. La tutrice dovrà quindi giustificare tale promiscuità e i motivi per i quali non sia stata segnalata al Tribunale per i minorenni di Catanzaro. Oltre a ciò dovrà rispondere del perché il bambino sia stato affidato alle cure di un arabo e della sua famiglia con la quale trascorre l’intera giornata pur restando ignoto il ruolo di questa figura e il piano educativo seguito.
La retta pagata dal Comune di San Marco Argentano
La dirigente servizio sociale del Comune di San Marco Argentano, in assenza del Piano Educativo Individualizzato che la scuola non ha redatto (come avrebbe dovuto su sollecitazione della Procura per i minorenni) perché sprovvista di personale specializzato a trattare l’iperattività che mostra lo scolaro, ha preferito richiedere il collocamento presso la Colonia di Cetraro. Il tutto nonostante la Procura per i minorenni, rappresentata dal dottor Michele Sessa, avesse richiesto in alternativa, qualora non fosse disponibile un educatore nella scuola, il trasferimento presso parenti prossimi.
A pagare la retta di circa 2.500 euro al mese alla congregazione delle suore di San Giovanni Battista è lo stesso Comune di San Marco Argentano con il quale la struttura ha una convenzione. Cresce la preoccupazione nel paese in cui risiede il bimbo dove diversi episodi simili di allontanamento dalla casa familiare, si sono registrati negli ultimi anni, spesso con modalità ritenute dalla comunità piuttosto ambigue.
Social