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Ludopatia, la Calabria tra le regioni più esposte al rischio: prima per gioco problematico

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Ludopatia, la Calabria tra le regioni più esposte al rischio: prima per gioco problematico

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COSENZA – L’Italia si conferma un Paese dove il gioco resta un fenomeno diffuso e complesso, con rischi che variano sensibilmente da una regione all’altra. Un nuovo studio condotto da Imco ha calcolato un indice regionale di rischio ludopatia, elaborato a partire da fonti ufficiali – Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Ministero della Salute e Federconsumatori – e costruito su parametri oggettivi: spesa pro capite, prevalenza GAP, accessibilità ai punti di gioco e interventi di prevenzione attivati a livello locale. La Calabria, si riconferma, una delle regioni più a rischio.

Dallo studio emergono tre evidenze chiave a livello nazionale: il divario tra regioni con spesa pro capite e capillarità molto alte e quelle a bassa densità abitativa, il peso crescente della prevalenza di gioco problematico (GAP) in alcune aree del Sud, e la capacità limitata di molte regioni di bilanciare il rischio con un numero adeguato di strutture di prevenzione.

Ludopatia in Calabria: quali sono gli ultimi dati

In questo quadro la Calabria appare tra le regioni più esposte del Sud con indice 0,75, trainata soprattutto dal primato nazionale nella prevalenza GAP. A parità di accessibilità, i livelli di spesa inferiori a Campania non compensano l’impatto sociale misurato, che resta elevato nel confronto con l’area meridionale.La spesa pro capite in Calabria è di 1.600 euro, inferiore a Campania (2.600 €) ma più alta di Abruzzo e Basilicata, con un impegno economico non marginale.

La prevalenza GAP è la più alta in Italia (3,4%), nettamente sopra Puglia e Campania (3,0%), segno di un impatto sociale particolarmente marcato. L’accessibilità conta 290 punti gioco ogni 100.000 abitanti, poco sotto Campania (340) e Puglia (300), a conferma di un’offerta diffusa.

Le 20 strutture di intervento costituiscono un presidio significativo ma non tale da colmare il differenziale di rischio. In questo contesto, è importante ricordare che l’analisi riguarda i punti gioco fisici e non include l’online, canale che per disponibilità continua potrebbe incrementare l’esposizione.

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