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Tragedia sul lavoro ad Altomonte: muore un operaio di 61 anni travolto da un muro
ALTOMONTE (CS) – Drammatico incidente sul lavoro ad Altomonte, nel Cosentino. Secondo quanto si apprende, un uomo di 61 anni, Franco La Cava, originario di Malvito, sarebbe rimasto vittima del crollo improvviso di un muro di contenimento durante un intervento di demolizione in un cantiere privato. La tragedia si è verificata poco dopo le 14:00 in contrada Corvo.
Secondo una prima ricostruzione, ancora in fase di verifica, la vittima stava lavorando nella demolizione di un muro di sostegno insieme a un collega che era alla guida di un escavatore quando una parte della struttura pare abbia ceduto e si sia improvvisamente staccata travolgendo l’operaio.
I soccorsi, giunti rapidamente sul posto, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della stazione di Altomonte e del Nucleo operativo di Castrovillari, insieme ai tecnici dello SPISAL dell’Asp di Cosenza, per effettuare i rilievi necessari. La Procura di Castrovillari, diretta da Alessandro D’Alessio, ha aperto un fascicolo. Il pm di turno ha disposto il sequestro della salma che è stata portata nell’obitorio dell’Ospedale di Castrovillari e nelle prossime ore dovrebbe disporre l’esame autoptico
Uil: “Basta piangere morti sul lavoro”
Aveva 60 anni l’operaio morto oggi ad Altomonte travolto da un muro di contenimento. La vittima è rimasta schiacciata. Saranno le autorità competenti a fare piena luce su questa ennesima tragedia del lavoro, ma Uil e Feneal Uil Calabria denunciano ancora una volta come la questione degli infortuni sul lavoro sia ormai diventata un’emergenza strutturale con numeri che confermano una situazione sempre più drammatica.
Mariaelena Senese, segretario generale Uil Calabria e Giacomo Maccarone, Segretario Feneal Uil Calabria chiedono di agire in modo concreto sulla prevenzione e tornano a sollecitare alla Regione la riconvocazione del tavolo tecnico sulla salute e sulla sicurezza .
“Siamo stanchi – sottolineano Senese e Maccarone – di piangere e contare i morti. Forse c’è chi non si è accorto della gravità di quanto sta accadendo, che questa è un’emergenza ben più grave delle tante a cui ogni giorno vengono dedicati sforzi, polemiche e risorse. Nessun obiettivo produttivo, nessuna urgenza operativa, nessun risultato aziendale può mai giustificare il venir meno del principio supremo della tutela della salute e della sicurezza. L’ennesima morte sul lavoro rappresenta, per tutti noi, non solo un momento di grande dolore, ma anche un richiamo, l’ennesimo, alla vigilanza, alla prevenzione, all’impegno quotidiano per un ambiente di lavoro sicuro. Non si può vigilare sulla sicurezza senza specialisti nei settori più a rischio. Gli organi ispettivi vanno potenziati e specializzati.
Troppi lavoratori muoiono perché non hanno ricevuto una formazione adeguata o perché le certificazioni sono falsificate. E per evitare ciò chiediamo un portale regionale digitale che renda tracciabile ogni attestato di formazione. Basta con i fogli di carta che non valgono nulla. La Calabria non può più essere la terra dove il lavoro uccide. Ogni morte sul lavoro è una ferita che non si rimargina. Non vogliamo più piangere operai, madri, padri, giovani che escono di casa per guadagnarsi il pane e non tornano mai più. Bisogna agire subito perché ogni morte sul lavoro continua ad essere un fallimento collettivo” .
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