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Cosenza scopre il “quinto gusto”: cena-spettacolo in un mix tra cultura calabrese e giapponese

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Cosenza scopre il “quinto gusto”: cena-spettacolo in un mix tra cultura calabrese e giapponese

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COSENZA – È diventato un atteso format all’interno di un percorso di gusto enogastronomico, un appuntamento esperienziale con un seguito di appassionati. Si tratta delle cene-spettacolo nell’Enoteca regionale gestita da Francesco Pascuzzi ed ospitata nell’elegante palazzo sede della Provincia di Cosenza. L’ultimo evento che ha registrato il sold out risale a pochi giorni fa ed ha riguardato la scoperta del cosiddetto quinto gusto nell’ambito di una serata intitolata “Food & Wine Fusion Experience”, ideata e curata da Cristina Raffaele. Il dress code ha previsto un tocco di colore rosa per tutti i partecipanti, in modo da diffondere nell’elegante salone la delicatezza dell’atmosfera orientale, completata da fiori decorativi in tema (ed in tinta).

Il ‘quinto gusto’: l’umami

Protagonisti sono stati la chef Aiko Otomo che ha anche insegnato sul momento, in live cooking show, la sapiente arte nella preparazione del futomaki sushi, il marito Giuseppe che ha accompagnato i presenti alla scoperta del gusto umami (appunto quel quinto gusto descritto come rotondo, capace di aumentare la salivazione), Vincenzo Serra coi suoi liquori artigianali, Enza Greco delle Cantine Greco, oltre che gli immancabili sommelier di Fisar Cosenza.

Tra una coreografia e l’altra quale intermezzo dei ballerini di Spazio Create, il pubblico ai tavoli ha apprezzato la cena fusion firmata dallo chef Mario Pascuzzi: fra diverse delizie, antipasto con cialda di baccalà con cipollina in agrodolce, miele di erica e olio evo con polvere di pistacchio, gambero rosso con croccante di Panko al bergamotto e Tanago Tartare, sfornatino di iwashi (alici) con crema di mandorle, caciocavallo silano dop. Come secondo piatto, bauletto di orata in crosta di olive nere, ripieno di gamberi e pane aromatizzato agli agrumi con scarola saltata e scaglie di Katsuobushi.

A fine pasto, l’amaro al riso. Ma, su tutto, fusion di cibi, outfit e culture con il denominatore comune di un venerdì sera originale e alternativo.

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