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Tribunale di Castrovillari ordina alle Ferrovie l’immediato reintegro di Elda Renna

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Tribunale di Castrovillari ordina alle Ferrovie l’immediato reintegro di Elda Renna

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Elda Renna portavoce Simet spa

CASTROVILLARI (CS) – “Questa è la storia di una donna semplice, che per vivere faceva il duro lavoro di autista di linee di lunga percorrenza, non benestante, che avuto il licenziamento ma non ha creduto un solo istante che fosse possibile lasciar andare le cose come andavano”. A scrivere è Elda Renna, licenziata dalla sua azienda che ha chiesto aiuto ad uno studio legale, quello dell’avvocato Susanna Cecere, tra l’altro composto di sole donne, che hanno sempre creduto nella giustizia.

“È la storia di donne ritrovatesi insieme per una lotta che tutti davano persa a prescindere, tranne tutte noi. È la storia nata dal ‘non rispetto’ della Costituzione Italiana intrecciata al nostro modo di affrontare tutto con onestà intellettuale, scrupolosa correttezza ed altissima attenzione alla tutela di tutti i lavoratori rimasti in forza in Simet e poi in Birs e di tutti i licenziati a settembre 2022”.

“Oggi – spiega Elda Renna – abbiamo avuto la dimostrazione lampante di quanto siano importanti le leggi che tutelano i lavoratori e di quanto sia importante affrontare tutto senza tralasciare neanche un puntino”. Questa mattina è arrivata l’ordinanza dal tribunale di Castrovillari, nella persona del Giudice Avallone, nei confronti di Birs (Ferrovie dello stato), in cui ordina l’immediato reintegro della lavoratrice Elda Renna al suo posto di lavoro. “Ordinanza – prosegue – che mi darà la possibilità di vivere una vita dignitosa e libera, così come è sancito e previsto dall’articolo 36 della Costituzione Italiana”.

Nelle conclusioni dell’ordinanza: “Alla luce di quanto sopra, il ricorso cautelare va accolto, con conseguente necessità di ordinare a BIRS di proseguire il rapporto di lavoro originariamente in essere tra Elda Renna e Simet S.p.A. ai sensi dell’articolo 2112 c.c.”.

“Ed è stata gioia immensa. Questa storia spero sia da esempio a tutti quelli che per paura preferiscono diventare capre o schiavi, perché le leggi che tutelano i lavoratori esistono e si possono applicare solo solo se i lavoratori diventano più coraggiosi. Non è stata affatto una passeggiata, tantissimi sono stati i problemi che abbiamo dovuto affrontare, tante le lacrime di dolore, di rabbia, di scoramento. Tutte le volte che sono caduta – racconta la lavoratrice – a farmi rialzare sono state le persone che hanno sempre creduto in me, lottato accanto a me, e spesso si sono sedute in silenzio accanto”.

“Altre poi sono state le mie guardie del corpo, quelli che siamo andati a farci sentire dagli studenti universitari di Cosenza, Reggio Calabria, tanti chilometri macinati insieme siamo a Roma a parlare della storia storia davanti ad una piazza gremita. Il tutto, per non far mai spegnere quei riflettori sulle nostre vite, sulle nostre famiglie, i miei due “fratelloni”. Questa storia spero sia da sprono a tante persone perbene, e vorrei che passasse il messaggio che non bisogna essere ricchi nè raccomandati per raggiungere i propri sogni e far valere i propri diritti. Questa storia spero serva a tutti affinché si possa comprendere che la giustizia, l’onestà ed il coraggio prima o poi vincono”.

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