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Archivi abusivi. Sequestrati documenti della Prima Guerra Mondiale

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Archivi abusivi. Sequestrati documenti della Prima Guerra Mondiale

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COSENZA – Venivano clandestinamente commercializzati sul web. Da Sant’Agata d’Esaro al resto d’Italia.

Sono oltre 13mila i documenti, opuscoli e volumi di interesse storico sequestrati dai carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale di Cosenza e affidati oggi alla sopraintendente archivistica per la Calabria Francesca Tripodi. I reperti, di proprietà del ‘demanio culturale’, furono recuperati nell’estate 2012 nel piccolo centro cosentino dove un uomo incensurato provvedeva a vendere sul web il patrimonio documentale di pertinenza di vari organi della pubblica amministrazione e di enti locali sia calabresi che nazionali. La compravendita telematica abusiva ha così consentito alle forze dell’ordine l’avvio dell’inchiesta e la confisca dell’ingente patrimonio archivistico proveniente da 85 Comuni del cosentino. La lunga attività di indagine sviluppatasi attraverso i canali telematici è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari Franco Giacomantanio e dal Sostituto Procuratore Silvia Fonte Basso. I documenti abbracciano un periodo storico compreso tra l’inizio del XIX secolo e la prima meta’ del XX secolo, e sono composti da corrispondenza diretta o generata da organi regionali e nazionali della pubblica amministrazione; corrispondenza di guerra del primo e del secondo conflitto mondiale, proveniente anche dal fronte e dai campi di prigionia; missive dirette ad esponenti del governo fascista (da Benito Mussolini a Galeazzo Ciano), al Re d’Italia e ad ai componenti di Casa Savoia. Tra i reperti condanne a morte di prigionieri politici, lettere dal fronte ed epistole firmate dal Re Emanuele, “materiale essenziale per ricostruire uno spaccato della storia calabrese che altrimenti sarabbe rimasta inenarrata” ha affermato il maggiore Giovinazzo. “Nel corso della prima perquisizione domiciliare – spiega Giovinazzo – abbiamo rilevato che in ogni stanza dell’abitazione del pensionato ultrasessantenne indagato vi era materiale documentale conservato con cura e ben catalogato. Ciò ci lascia pensare che l’uomo conducesse da anni questo genere di attività. Continueremo ora ad indagare per vedere dove in realtà questi documenti sono stati smistati attraverso le vendite on-line per capire cosa dovrà rientrare in Calabria”. Parte della documentazione confiscata verrà utilizzata nel prossimo mese per allestire una mostra itinerante nelle città di Cosenza e Reggio Calabria, dal titolo “Il filo del ricordo dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale. Voci e volti dal fronte.”, organizzata dalla soprintendenza archivistica della Calabria, in occasione della prossima Settimana della Cultura prevista in aprile che provvederà così a restituire alla comunità l’alto valore storico di tale documentazione.

 

 

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