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Mamma disperata: “Quarantuno anni che non conosco sonno”

Calabria

Mamma disperata: “Quarantuno anni che non conosco sonno”

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Disabile gravissima bisognosa di cure in attesa dei Fondi per la Non Autosufficienza fermi al 2014

 

SANT’ONOFRIO (VV) – E’ stremata. Provata da 41 anni di assistenza h 24 alla figlia disabile. Non ha soldi per pagare una badante, mentre si attende la redistribuzione dei circa 14 milioni di euro di Fondi per la Non Autosufficienza del 2015. Seicento euro al mese a cui ha diritto essendo tra i primi posti nella graduatoria dei disabili gravissimi calabresi. Finanziamenti che dal Ministero vengono trasferiti alla Regione e poi ad Asp e Comuni che li dirottano sotto forma di assegni assistenziali agli utenti per servizi di cura e assistenza domiciliari. Il tutto in base a progetti personalizzati approvato per ‘Vincenzina’ nel lontano 2005. L’ultimo pagamento che però ha ricevuto riguarda gli stanziamenti del 2014. Poi il vuoto.

 

 

La Regione Calabria è in ritardo di quattro anni nell’erogazione degli importi destinati ai pazienti con disabilità. Nel 2017 sono stati trasferiti ai Comuni dalla Regione Calabria i 7 milioni di euro stanziati dal Ministero della Salute per l’anno 2014 liquidati alle famiglie solo alla fine del 2018. Per il 2015 sono stati stanziati 13.845.000 euro che dall’Asp di Cosenza garantiscono si sta provvedendo, attraverso l’ufficio Ragioneria, ad inviare ad alcuni dei pazienti in graduatoria. Soldi che le famiglie, soffocate dalle spese per assistere ai propri congiunti, agognano. Fondi da cui dipende la sopravvivevenza degli oltre 600 disabili gravissimi residenti in Calabria che necessitano di assistenza continua nelle 24 ore.

 

MADRE DISPERATA: “ASPETTANO CHE MUOIA”

Una microcefalia invalidante, aggravata da violente turbe comportamentali, diabete ed obesità. A badare a lei, da 41 anni, è sua madre. Una donna che con l’avanzare dell’età non regge più l’enorme mole di lavoro che comporta l’assistenza della sua amata figlia. Non può pagare una donna che la aiuti. Il marito guadagna circa 700 euro al mese, hanno due finanziarie da coprire e un figlio disoccupato che dopo essere caduto da un autocarro necessita di cure costose che non possono sostenere. “Sono esasperata. Vogliono portarmi al suicidio. Io continuo a lottare fino all’ultimo respiro. Lo faccio per la mia famiglia anche se sono 41 anni che non conosco sonno. Il lavoro che richiede è continuo e massacrante. Mi alzo alle 2:00, le 3:00, ogni notte. Ci vorrebbe la turnazione di due persone. Mio figlio non può venirmi incontro perché ha avuto un drammatico infortunio sul lavoro ed è ancora in convalescenza.

 

 

Non abbiamo i soldi per pagare una persona che ci aiuti. I centri diurni nel vibonese sono chiusi, le uniche strutture attive gestite dalla chiesa non vogliono prendersi carico di mia figlia. Eppure poterla fare stare in un centro con altre persone qualche ora mi permetterebbe di avere un attimo di respiro. Dei fondi di cui dovrei beneficiare non abbiamo contezza. Dalla Regione ci arrivano notizie di indagini su soldi spesi per feste a Spoleto, mentre io sono chiusa in casa con una tragedia allo stremo delle mie forze. Non reggo più, la nostra quotidianità è terribile. Dobbiamo disperarci anche per ottenere quello che ci spetta di diritto. Nell’ultima graduatoria del 2016 mia figlia risultava tra i casi più gravi dell’intera Calabria. Una situazione che peggiora con il caldo che ne aggrava i sintomi.

 

 

 

Assisterla richiede forze fisiche, psichiche ed economiche che chi non vive lo stesso dramma non riesce ad immaginare. Avevamo diritto a 600 euro mensili per un anno previsti per i 53 malati gravissimi della provincia di Vibo Valentia. Nel mio Comune Sant’Onofrio sono al massimo 5, compresa mia figlia, rientrati in questo bando triennale. Chiamo l’Asp di Vibo Valentia quasi ogni mattina. Non si può ignorare una madre disperata. Rivolgo il mio appello al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Non ce la faccio più, sblocchi i fondi. Voglio tornare a vivere. Mia figlia ha bisogno del ripristino del contributo socio assistenziale. I soldi ci sono. Se non intervenite sarò costretta a portarla in ambulanza negli uffici della Cittadella della Regione dove resterò finché non ottengo ciò che mi spetta”.

 

https://www.quicosenza.it/news/calabria/220006-fondi-per-disabili-gravissimi-bloccati-madre-disperata-aspettano-che-muoiano

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