Calabria
Blitz “Dominus”: sfruttavano i braccianti e violentavano le donne, 5 misure cautelari – VIDEO e FOTO
Questa mattina un’operazione dei carabinieri contro il fenomeno dello sfruttamento di stranieri nei lavori agricoli. Tra le accuse anche la violenza sessuale
REGGIO CALABRIA – Il blitz dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinato dalla Procura della Repubblica di Palmi, è in corso dalle prime ore di oggi per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili di intermediazioni illecita e sfruttamento del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla corruzione.
Le indagini hanno accertato come gli indagati, negli ultimi due anni, abbiano impiegato cittadini romeni e un maliano come braccianti in due aziende agricole dell’area pre-aspromontana, con paghe irrisorie (in media, meno di un euro per ora di lavora) e in totale e continuata violazione della normativa sul lavoro. Nel corso delle indagini sono stati accertati anche due episodi di violenza sessuale in danno di due braccianti romene.
Le indagini
Sono partite dalla denuncia presentata da un bracciante romeno le indagini che hanno portato all’operazione “Dominus” condotta dai carabinieri della Compagnia di Palmi, presentata a settembre del 2017 alla Stazione dell’Arma di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Il bracciante romeno aveva descritto le condizioni di sfruttamento cui veniva sottoposto, dai suoi datori di lavoro insieme ai suoi colleghi.
Il bracciante, tra l’altro, aveva riferito di giornate di lavoro di 10-12 ore, compresa la domenica, e retribuite con una paga di un euro l’ora. I lavoratori inoltre, venivano ospitati in alloggi di fortuna, malsani ed in precarie condizioni igienico-strutturali, ed in situazioni di grave promiscuità. Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, diretta da Ottavio Sferlazza, hanno portato poi alla scoperta dei due episodi di violenza sessuale di cui sono rimaste vittime altrettante donne impiegate nei lavori agricoli ad opera, rispettivamente, di uno dei responsabili dell’attività di sfruttamento e di un altro bracciante.
Gli arrestati
– VIOLI Antonino cl. 54 di Sant’Eufemia d’Aspromonte;
– ZAGARI Giuseppina cl. 58 di Sant’Eufemia d’Aspromonte;
– VIOLI Luigi cl. 37 di Sant’Eufemia d’Aspromonte;
– CANNIZZARO Concetta cl. 44 di Sant’Eufemia d’Aspromonte;
– DOBREA Vasile cl. 82 all’epoca dei fatti domiciliato a Sant’Eufemia d’Aspromonte;
Le indagini hanno documentato come tra settembre 2017 e marzo 2018, i braccianti di cittadini di nazionalità romena e maliana erano impegnati in attività agricole in aperta violazione di basilari norme sul lavoro ed indecorose condizioni alloggiative da parte degli imprenditori agricoli della piana di Gioia Tauro Antonino Violi, Giuseppina Zagari e Luigi Violi.
La violenza sessuale
I due distinti episodi di violenza sessuale hanno riguardato due lavoratrici romene. Ad abusarne Antonino Violi e Vasile Dobrea. Inoltre i due episodi d’istigazione di militari dell’Arma alla corruzione e, in particolare, ad omettere dei controlli nei confronti delle attività agricole, sarebbero state condotte dai coniugi Luigi Violi e Concetta Cannizzaro in cambio di materiali utilità.
Nel corso delle indagini, espletata anche a mezzo di attività tecniche, gli inquirenti hanno sentito i lavoratori sfruttati che hanno descritto, con dovizia di particolari, i soprusi subiti durante le lunghe giornate lavorative nei campi nonché le condizioni di vita a cui erano costretti. Hanno raccontato degli orari disumani di lavoro ai quali erano quotidianamente sottoposti: si iniziava alle prime luci dell’alba e si terminava al tramonto o, spesso, addirittura alle 22:00.
La paga in nero e condizioni disumane
Gli stessi venivano sfruttati per una paga irrisoria versata in nero dal “padrone” e che si aggirava sui 350-400 euro al mese, a volte addirittura non corrisposta o non versata nei termini pattuiti, che i lavoratori erano costretti ad accettare anche dietro minaccia. E’ stato il caso di una lavoratrice romena che Giuseppina Zagari avrebbe, secondo le indagini, costretto a sottoscrivere un documento, attestante il falso percepimento delle somme dovute.
Inoltre, le dichiarazioni delle persone offese hanno permesso di far emergere condizioni alloggiative assolutamente degradanti, nonché l’espletamento dell’attività lavorativa in assenza di qualsivoglia rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Giornate lavorative estenuanti fatte di offese e trattamenti degradanti. Il tutto diventato ancora più sconvolgenti in occasione di due viscide aggressioni a sfondo sessuale perpetrate da Antonino Violi e dal romeno Dobrea.
Nel corso delle perquisizioni presso le proprietà dei coniugi Violi e Zagari sono stati rinvenuti un fucile a pompa e 3 pistole di vario calibro in buono stato di conservazione, con matricola abrasa e complete di relativo munizionamento nonché una somma contante di oltre 30.000 euro in banconote di vario taglio.
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