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Maltrattamenti al centro minori: dipendente denuncia, ma viene licenziato
COSENZA – Abusi e truffa nella casa di accoglienza di Celico.
E’ stato notificato solo qualche giorno fa il reintegro di Giancarlo, educatore della Cooperativa Sociale di Servizi e Assistenza Onlus di Celico che gestisce due gruppi appartamento per ragazzi a rischio segnalati dal Tribunale dei Minori. Proprio all’interno delle strutture dedicate ai minorenni in particolari condizioni di disagio sottoposti a provvedimenti disposti dalle autorità giudiziarie pare si siano consumati due episodi di estrema gravità: il pestaggio di un ragazzino da parte di un operatore e l’appropriazione indebita di denaro da destinare al pagamento dei dipendenti. Due episodi puntualmente denunciati dall’educatore che da venticinque anni lavorava per la cooperativa incassando un plateale licenziamento in tronco dalla cooperativa. “Nel 2009 – racconta Giancarlo – ho fatto presente che nella struttura c’era chi si appropriava indebitamente del denaro che inviava la Regione. Ho fatto nome e cognome. Ho chiesto i documenti, in qualità di socio, per dimostrare che la gestione economica era poco chiara. Tutti sapevano, ma mi hanno reso la vita impossibile. Mi è venuto anche un infarto. Sono stato costretto ad allontanarmi temporaneamente dal posto di lavoro. Quando sono rientrato dopo tre giorni mi hanno licenziato per ‘incompatibilità di carattere’. Il giudice però nell’arbitrato mi ha dato ragione. C’erano le carte che parlavano: la cuoca era andata in pensione, nessuno lo aveva comunicato alla Regione che continuava a pagare il suo stipendio che finiva direttamente nelle tasche del soggetto da me indicato”. Giancarlo ricomincia a lavorare nel gruppo appartamento continuando le attività con i ragazzi. Sino al giorno in cui un episodio raccapricciante lo riporta a scontrarsi con la dirigenza. “L’estate scorsa un pomeriggio un mio collega che era di turno – ricorda l’educatore – aveva portato con sé al lavoro suo figlio dodicenne per farlo giocare con i ragazzi. Un utente del gruppo appartamento, un ragazzo quindicenne buono e solitamente educato, scherza con il ragazzino scimmiottandolo alle spalle come di consueto accade tra gli adolescenti. La reazione del padre è stata estrema: lo ha massacrato di botte continuandolo a picchiare anche quando era a terra sanguinante ed ingiuriandolo con insulti che non oso ripetere. La cosa vergognosa è stata che nonostante il giorno dopo il quindicenne fosse pieno di lividi e traumatizzato è stato costretto finanche a chiedere scusa. Una vera e propria ingiustizia di fronte la quale non potevo chiudere gli occhi. Ho denunciato tutto ai servizi sociali della Regione. E sono stato nuovamente licenziato. Anche in questo caso ho vinto l’arbitrato. Ieri è arrivato il reintegro. Aspetto che mi chiamino per tornare al lavoro”. Nel frattempo anche la moglie di Giancarlo viene licenziata dalla cooperativa. E la famiglia dell’operatore, con un figlio minore, resta senza reddito. Giancarlo ha vinto parzialmente la sua causa, il posto di lavoro c’è, ma i presunti ‘ladri’ e ‘violenti’ continueranno ad ‘educare’ i minori a rischio.
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