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Lo Giudice, il ‘nano’ scomparso nel nulla: “Manipolato dalla ‘casta’”

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Lo Giudice, il ‘nano’ scomparso nel nulla: “Manipolato dalla ‘casta’”

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REGGIO CALABRIA – “Non disturbatevi a farmi cercare, già ho sofferto abbastanza”.

Conclude così il proprio memoriale il presunto boss Antonino Lo Giudice. Il collaboratore di giustizia scomparso una settimana fa dalla località segreta in cui stava scontando gli arresti domiciliari ha fatto reperire tramite il figlio alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e al presidente dei processi ‘Valle’ e ‘Lo Giudice’ una missiva scottante in cui punta il dito contro magistrati, massoneria e forze dell’ordine. Il deposito del memoriale allontana l’ipotesi della lupara bianca, ma non esclude il suicidio volontario o ‘indotto’. “Penso che non ci vedremo mai più, – scrive Lo Giudice al figlio – questa è l’ultima cosa che ti chiedo, ho combinato un danno irreparabile nei confronti di tua madre e di tutti voi. Non so cosa farò dopo che avrò spedito questa lettera né dove andare visto che sono stato abbandonato da tutti. Ti mando l’ultimo bacio anche se penso che non lo accetterai”.

 

Burattini e burattinai. L’ex ras di Reggio Calabria definisce così pentiti e magistrati. La sua sparizione avvenuta la sera antecedente all’udienza in cui avrebbe dovuto testimoniare nell’udienza del processo Archi-Astrea sugli affari della cosca di Archi e i legami con i vertici della politica reggina nonché dei rapporti tra ‘Ndrangheta, Comune di Reggio Calabria e Regione Calabria pare non essere casuale. Antonino Lo Giudice alias ‘il nano’ sarebbe un personaggio scomodo. Da eliminare. Nel suo memoriale parlando degli attentati alla Procura di Reggio Calabria afferma di essersi autoaccusato per coprire i veri responsabili: “Alte cariche dello Stato, servizi deviati e professionisti”. Tra le toghe secondo quanto afferma Lo Giudice esisterebbero due gruppi che si scontrano utilizzando le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. “Il dirigente della mobile Renato Cortese – scrive Lo Giudice – si è prestato ai voleri della cricca di inquisitori, era parte attiva nel controllare la mia mente convincendomi a dire cose che io non sapevo, mi parlava di massoneria e servizi segreti suggerendomi nomi e cognomi. Gli interlocutori mi minacciavano che se non avessi raccontato quello che a loro piaceva mi avrebbero spedito indietro al 41 bis”. Poi il racconto di quell’interrogatorio ‘occulto’ sull’omicidio dei due carabinieri a Reggio., improvvisato da Donadio: “chiesi a lui di suggerirmi i nomi e mi parlò di un certo Aiello e di una certa Antonella tutti e due facevano parte dei servizi segreti deviati dello Stato , la donna era stata ad Alghero in una base militare per commettere attentati e omicidi”.

 

“Nel momento in cui esce fuori il memoriale – ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho – e si scatena un campo ampio di fonti che gridano al complotto, e’ evidente che il memoriale di Lo Giudice non e’ casuale; evidentemente viene fuori in un preciso momento. E’ chiaro che tutto questo al momento e’ un’ipotesi, se ne occuperanno le procure competenti, cosi’ come per quanto ci riguarda continueremo la nostra azione sul campo. La Procura continuera’ a muoversi in modo coeso e continuera’ a osservare il principio che vede tutti eguali di fronte alla legge. Cio’ che si legge sui giornali in questi giorni non tocchera’ minimamente l’imparzialita’ dell’ufficio che ho l’onore di dirigere, cosi’ come l’efficienza e il suo equilibrio”. “Il memoriale di Lo Giudice – ha risposto Cafiero De Raho a chi chiedeva a quale procura verra’ inviato per competenza- innanzitutto e’ indirizzato anche al procuratore della Repubblica di Catanzaro, che dovrebbe gia’ averlo ricevuto, tuttavia stiamo formando due fascicoli, uno andra’ a Perugia e uno a Catanzaro. Dovranno verificare la procura di Perugia e quella di Catanzaro, noi siamo interessati soltanto per alcuni contenuti marginali anche perche’ quei contenuti fanno sostanzialmente riferimento a un campo investigativo molto piu’ ampio sul quale sta gia’ indagando da tempo la procura di Reggio”.  Cafiero De Raho ha poi detto: “Non deve sfuggire a nessuno come Lo Giudice nell’ambito dei dibattimenti cui e’ intervenuto, fino a che e’ stato presso il domicilio protetto, ha confermato tutte le dichiarazioni che erano state riferite. Non solo, in una udienza ha ringraziato per il trattamento ricevuto, poi arriva il memoriale e scompare”.

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