Katia Gentile: “Tra me e Mario è una questione politica, non personale”

COSENZA – “Sicuramente non ci sono motivi personali alla base di quanto è successo. La motivazione e’ politica”.

Lo ha detto Katya Gentile, ex vice sindaco del Comune di Cosenza, ribadendo che alla base del ‘licenziamento’  da parte di Occhiuto, il quale qualche giorno fa le ha ritirato le deleghe sono esclusivamente politiche. Ufficialmente il divorzio professionale sarebbe avvenuto dopo la famosa lettera al vetriolo in cui la donna attaccava il primo cittadino, definendolo come ‘Schettino che abbandona la nave’. Esternazioni non gradite al primo cittadino chenon ha esitato ad allontanare immediatamente dalla giunta la nipote del senatore figlia dell’assessore. “Mi ha revocato le deleghe nel giro di due ore, senza neanche confrontarsi con il partito – ha detto la Gentile – e quello che ho detto era solo una risposta a quanto detto da Occhiuto, che un giorno prima mi aveva fatto apparire come la causa dei problemi del Comune di Cosenza”. Katia Gentile prova a passare al pietosismo cercando consensi. A far infuriare la pupilla dei berluscones sarebbero state le dichiarazioni del sindaco che stilando un bilancio sul funzionamento della macchina comunale avrebbe affermato che i settori in cui si registravano le maggiori criticità erano proprio quelli affidati alla Gentile. “Non sono pentita di quello che ho detto – ha affermato l’ormai ex vicesindaco – perche’ rispondevo a cose gravi. Ma pensavo che fosse importante il contenuto di cio’ che dicevo, non certo gli appellativi. Chiedo scusa solo ai miei elettori (quindi non al diretto interessato ndr) perche’ questa avventura non e’ potuta proseguire come volevo. Sono decisa a non rientrare. E avevo presentato le mie dimissioni gia’ a maggio, perche’ il sindaco usci’ con una dichiarazione sull’emergenza abitativa che riguardava il mio assessorato, dicendo che aveva trovato 50 alloggi e che a breve sarebbero stati assegnati – ha detto Katya Gentile – e ha creato delle aspettative in gente disperata. Ha creato un clima in cui alcuni miei collaboratori hanno anche rischiato personalmente”. La rottura sembra quindi irreparabile. Non resta che aspettare il rimpasto.