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Rifiuti speciali, ambientalisti continuano a presidiare la discarica

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Rifiuti speciali, ambientalisti continuano a presidiare la discarica

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COSENZA – La salute è un diritto, la valle del Nikà non molla.

Anche stamattina gli ambientalisti calabresi si sono dati appuntamento nei pressi della discarica di Scala Coeli per scongiurare lo sversamento di rifiuti. Il provvedimento adottato da Scopelliti per calmierare l’emergenza rifiuti autorizzando il conferimento in discarica forza i dinieghi posti dalle autorità locali. Un vero e proprio abuso per le associazioni di difesa del territorio che da ieri presidiano l’area con un ‘muro umano’ per impedire lo smaltimento dei rifiuti. La giornata di ieri è stata definita dai militanti “un vincente presidio di legalità che ha impedito l’abbancamento illegale nella presunta discarica privata di rifiuti speciali non pericolosi” annunciando che “non permetteremo lo smaltimento di neanche un grammo di veleno nella valle del Niká”. Le ragioni alla base della protesta sono spiegate in una nota divulgata dalla Rete per la difesa del territorio Franco Nisticò: “in virtù dell’ordinanza d’emergenza di Scopelliti che permette l’abbancamento di rifiuti tal quale senza trattamento, la ditta proprietaria della discarica di Scala Coeli, che allo stesso tempo è titolare della raccolta differenziata e indifferenziata di importanti centri del territorio, intende abbancare i rifiuti a Scala Coeli direttamente con i propri compattatori. La discarica non ha alcuna autorizzazione ad abbancare. La valutazione del Dipartimento Regionale Ambiente è colma di colpevoli inesattezze che saranno vagliate dagli organi competenti”. Gli attivisti hanno quindi fornito un report sinottico della situazione di tensione registratasi ieri nell’area della discarica: “per arrivare alla discarica i camion della ditta stanno attraversando una strada provinciale con divieto di transito totale. In barba ad ogni rispetto della legalità, le forze dell’ordine hanno sgomberato il civile presidio per far passare due camion della ditta, durante lo sgombero le forze dell’ordine sono state informate delle numerose illegalità che si stanno compiendo sul sito. Trapela che le forze dell’ordine sono state inviate dalle autorità su richiesta della stessa ditta, i Camion però sono stati bloccati dall’ordinanza del Sindaco di Scala Coeli che impedisce l’abbanco. Successivamente le stesse forze dell’ordine, resosi conto almeno parzialmente della situazione, hanno bloccato altri camion carichi di rifiuti lungo la strada provinciale, paradossalmente quella col divieto di transito. I Prefetti di Crotone e Cosenza sono stati resi edotti del problema di pubblica sicurezza che deriva dal transito sulla strada provinciale totalmente vietato: nel caso di incidenti le responsabilità saranno gravissime. Inoltre ci sono numerosissimi procedimenti legali sia riguardo al profilo stesso dell’impianto, sia riguardo la viabilità, sia l’iter autorizzativo: quella di stamattina sarebbe una forzatura inutile, dannosa, deleteria e che non farebbe altro che aggravare il clima sociale e rifocillare il mostro para-criminale che è il ciclo dei rifiuti calabrese, che fa della calabria la peggiore regione d’europa per gestione dei rifiuti e che è costato ai cittadini due miliardi di euro”.

 

Intanto la Bieco, la ditta privata contro la quale i cittadini puntano il dito tenta di difendersi. La proprietaria della discarica infatti afferma di possedere tutte le autorizzazioni per lo sversamento e intima alla stampa di non divulgare notizie sul trattamento dei rifiuti smentendo l’esistenza di un presidio nell’area della discarica definendolo “un non meglio identificato “gruppo di cittadini”, per lo più ragazzi”. “I mezzi giunti nella mattinata odierna presso la discarica BIECO sita nel comune di Scala Coeli – tenta di giustificarsi l’azienda – provengono dall’impianto di selezione e trattamento di Bucita a Rossano, dove conferiscono diversi Comuni”. Tacciando le testate che hanno dato notizia del presidio di ‘scientifica mala fede’ accusando la stampa di ‘disinformare la comunità’ la Bieco afferma che i rifiuti speciali siano già stati trattati e che “con l’ultima verifica effettuata presso l’impianto da parte dell’ARPACAL (Agenzia Regionale per l’Ambiente – Calabria) è stata accertata l’ottemperanza da parte della Società BIECO a tutte le prescrizioni integrative richieste, si è definitivamente chiuso il lungo ed articolato iter burocratico relativo all’Autorizzazione Integrativa Ambientale (AIA) N.4180 di cui la Società titolare della discarica è beneficiaria sin dal 2010”. Una verità tutta da verificare che comunque non convince i comitati del basso Joni cosentino in quali annunciano che: “il presidio resterà attivo fino a quando non saranno rispettate le norme di tutela sanitaria ed ambientale e le dignità dei territori”.

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