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Danneggiato il monumeto che ricorda Lea Garofalo

Calabria

Danneggiato il monumeto che ricorda Lea Garofalo

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L’opera dedicata alla testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009 si trova a Petilia Policastro.

 

PETILIA POLICASTRO (KR) – Il monumento che ricorda Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009 ed il cui cadavere fu dato alle fiamme, è stato danneggiato da sconosciuti a Petilia Policastro. Il danneggiamento è stato scoperto stamane dal sindaco del comune crotonese, Amedeo Nicolazzi.

 

Il primo cittadino, stamane, in occasione della festa delle donne, si è recato presso il monumento per deporre dei fiori ed ha scoperto i danni. In particolare è stato rubato un faretto e sono state divelte delle pietre poste intorno al masso che ricorda la figura della testimone di giustizia. Sul danneggiamento è stata presentata denuncia. Il monumento a Lea Garofalo è stato realizzato nel 2014 e si trova alle porte di Petilia Policastro. “Sono addolorato – ha detto il sindaco – per quanto è accaduto”.

 

Magorno: “Colpito il simbolo della ribellione alla mafia”

Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario regionale del Partito democratico, Ernesto Magorno: “Nella giornata internazionale della donna – ha detto – in cui si ricordano tutte le conquiste delle donne in campo economico, politico e sociale ma anche le discriminazioni e le violenze cui le donne sono state sottoposte in passato e, in alcune parti del mondo, ancora sono sottoposte, vien colpito indirettamente il simbolo della ribellione alla prepotenza mafiosa incarnato da una coraggiosa donna calabrese: Lea Garofalo. Indignazione e dolore per quanto è accaduto proprio oggi – dice ancora Magorno – che tutto il mondo celebra le donne sono riuscite ad ottenere tutti i diritti che vengono dati per scontati per quello che ancora si insiste a individuare come il sesso debole: diritto di voto, uguaglianza sul lavoro, parità tra i sessi, tutte cose ottenute grazie alle lotte di grandi donne del passato. Lea Garofalo è una di quelle donne che ha combattuto una battaglia di civiltà contro la ‘ndrangheta, per garantire a sua figlia un destino diverso dal proprio, per cambiare la terra che tanto amava, pagando con la vita. Un esempio e un simbolo che deve essere rispettato e valorizzato e non deturpato”.

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