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‘Ndrangheta, sigilli al “Re della Montagna”

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‘Ndrangheta, sigilli al “Re della Montagna”

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REGGIO CALABRIA – Centocinquanta milioni di euro.

Una confisca da capogiro ai danni dell’imprenditore Rocco Musolino: il ‘Re della Montagna’. Dall’alba il personale del Centro Operativo della Dia e i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo un decreto di sequestro a imprese, conti correnti e beni mobili e immobili, riconducibili al noto imprenditore accusato di contiguità con la cosca dei Serraino. L’ingente somma pare fosse stata accumuluta grazie all’attività lavorativa condotto con il supporto della ‘Ndrangheta. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Reggio Calabria-Sezione Misure di Prevenzione su richiesta del procuratore aggiunto Michele Prestipino Giarritta e del sostituto procuratore Stefano Musolino della locale Direzione Distrettuale Antimafia che hanno provveduto alla confisca di un’impresa individuale nel settore boschivo, quote sociali di un’altra impresa operante nel settore immobiliare, 84 fabbricati (uno dei quali situato a Roma), 118 terreni, rapporti intrattenuti con istituti di credito pubblici o privati, casse rurali, direzioni provinciali delle Poste, societa’ assicurative, finanziarie o fiduciarie, società di intermediazione mobiliare. Rocco Musolino secondo l’accusa degli inquirenti della Dda avrebbe stretti legami con gli ambienti della criminalità organizzata.

 

L’imprenditore che opera nell’area di Santo Stefano d’Aspromonte, nel 2008 fu vittima di un tentato omicidio, ancora irrisolto, quando mentre percorreva a bordo di un’auto col suo autista una strada di montagna due individui gli si pararono davanti ed esplosero diversi colpi di fucile ferendo i due solo in modo lieve. L’agguato fece scattare le attività d’indagine che avvalendosi di intercettazioni telefoniche ed ambientali, avrebbero evidenziato che Musolino fu più volte interessato alla risoluzione di disaccordi e problemi sorti a Santo Stefano in Aspromonte e a Reggio Calabria, in ragione del suo spessore criminale. L’imprenditore sfruttando i legami con la ‘ndrangheta avrebbe raggiunto una posizione di sostanziale monopolio, con modalità di sopraffazione e intimidazione tipiche dell’impresa mafiosa, nonché sfruttando le cointeressenze in tutti gli altri settori del mondo politico, economico ed istituzionale. Circa lo spessore criminale di Musolino i Carabinieri sottolineano che il giorno dell’attentato, l’uomo viaggiava armato, con il colpo in canna e munito di due caricatori. Circostanza che Musolino ha poi affermato essere abitudinaria per lui.

 

Sul conto di Musolino, inoltre, sono state rese dichiarazioni da collaboratori di giustizia, che lo indicavano quale personaggio di estrema importanza nell’ambito della cosca Serraino, nel cui ambito avrebbe svolto funzioni di vertice con il grado ‘ndranghetistico di “vangelo” al quale si affiancava quello di massone. Musolino, secondo i pentiti, apparteneva alla cosca Serraino ma con un ruolo autonomo di Capo Società di Gambarie. Il collaboratore di giustizia Giacomo Ubaldo Lauro parlò infatti dell’intervento di Musolino per la liberazione di un sequestrato mentre un altro collaboratore di giustizia, Antonino Zavettieri, lo ha identificato come il ‘locale’ autonomo di Santo Stefano d’Aspromonte. Le indagini avrebbero inoltre evidenziato rapporti anche con Cosimo Alvaro, tratto in arresto nell’operazione Meta, figlio del boss Domenico Alvaro, arrestato per associazione mafiosa nell’operazione “Crimine”. “Le indagini hanno accertato – scrivono i magistrati – che Musolino è un imprenditore colluso che ha tratto indubbio vantaggio dalla sua vicinanza alla ‘ndrangheta, poiché tale contiguità gli ha garantito la tranquillità necessaria ad espandere la sua impresa fino ad ottenere un consistente vantaggio patrimoniale specie quando, intrattenendo rapporti economici con la Regione Calabria, ha lavorato e fornito prestazioni proprio in quei cantieri in cui la presenza di esponenti della ‘ndrangheta era massiccia. In questo modo Musolino è riuscito ad accumulare nel tempo un patrimonio di ingenti proporzioni”.

 

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