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Papa Francesco dice no all’appartamento
CITTA’ DEL VATICANO – Niente appartamento pontificio per Papa Francesco il quale ha deciso di non trasferirsi, almeno per
ora, nel palazzo apostolico restando nella Casa Santa Marta. E’ stato lo stesso Jorge Mario Bergoglio stamane, a riferirlo al portavoce vaticano Federico Lombardi. Il Papa tornerebbe in Argentina a dicembre, secondo il quotidiano del suo Paese “Clarin”, dopo le elezioni presidenziali di ottobre. Sul giornale argentino Sergio Rubin sostiene che il viaggio potrebbe includere il Cile “e non si esclude che ci sia una tappa in Uruguay”. A luglio il Papa andrà in Brasile per partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro.
Come nei giorni scorsi, questa mattina alle 7 Francesco ha celebrato la santa messa nella cappella della Domus Sanctae Marthae e ha lanciato un invito: aprire il cuore alla dolcezza del perdono di Dio. Ogni uomo vive la “notte del peccatore”, ha detto il Papa, ma Gesù ha una “carezza” per tutti. Il Pontefice ha lasciato la camera dove risiedeva dal Conclave e si è trasferito nella suite dell’edificio. Per le udienze, invece, si trasferisce nella seconda loggia del palazzo apostolico.
Nell’omelia a Santa Marta il Papa ha aggiunto: quando Giuda esce fuori dal Cenacolo per portare a termine il tradimento di Gesù, fuori – riferisce l’evangelista Giovanni – “è notte”. Parte da questa annotazione ambientale la breve riflessione di Papa Francesco, che si spinge poi a sondare in profondità la coscienza umana. La notte che avvolge Giuda, osserva, è anche la notte in cui brancola il suo cuore. E’ quella peggiore, ha affermato, la “notte del corrotto”, una “notte definitiva, quando il cuore si chiude” in un modo “che non sa, non vuole uscire” da sé. Diversa, ha proseguito, è invece la “notte del peccatore”, una notte “provvisoria” che, ha sottolineato Papa Francesco, noi tutti “conosciamo”.
La realtà del perdono – o meglio, seconda la liturgia odierna, “il gustare la dolcezza del perdono” – è stata la seconda realtà sulla quale Papa Francesco ha sviluppato l’omelia. “In mezzo alla ‘notte’, alle tante ‘notti’, ai tanti peccati che noi facciamo, perché siamo peccatori, c’è sempre – ha assicurato – quella carezza del Signore” che fa dire: “Questa è la mia gloria. Sono un povero peccatore, ma Tu sei il mio Salvatore!”. Ricordando lo sguardo con cui Gesù perdonò Pietro dopo il suo rinnegamento, il Papa ha concluso invitando ad “aprire il cuore e gustare la dolcezza del perdono”: “Pensiamo che bello è essere santi, ma anche che bello è essere perdonati (…) Abbiamo fiducia in questo incontro con Gesù” e “nella dolcezza del suo perdono”.
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