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Estorsioni informatiche: dati pc criptati anche a Cosenza, ecco come difendersi

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Hacker rendono inutilizzabili tutti i file contenuti nei computer e poi chiedono denaro in cambio del ripristino.

 

COSENZA – Decine di cosentini sono stati colpiti negli ultimi mesi dal fenomeno delle ‘estorsioni informatiche’. Ingannano l’utente con una mail dal contenuto verosimile per poi entrare nel sistema e rendere inutilizzabili tutti i file contenuti nel pc. Ecco un esempio. Ad un cliente Telecom che riceve solitamente il resoconto delle bollette attraverso la posta elettronica verrà inviata una mail in cui apparentemente è contenuto il resoconto delle bollette. Aperto il messaggio tutti i dati contenuti nel pc saranno bloccati. Per ottenere il ripristino bisogna pagare entro circa 72 ore la somma richiesta attraverso una mail che arriva in un secondo momento. Nessuno garantisce però il recupero effettivo dei documenti criptati. Negli ultimi giorni la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha registrato una nuova ondata di attacchi attraverso invio di mail contenenti il virus Cryptolocker, che imperversa sul web. Purtroppo, nonostante gli sforzi investigativi abbiano consentito di individuare diversi individui e gruppi organizzati, sia italiani che stranieri, impegnati nell’organizzazione e realizzazione di simili campagne estorsive, l’estesa diffusione del fenomeno e la costante per cui l’attacco si rivela possibile grazie ad un comportamento disattento dell’utente, hanno indotto le forze dell’ordine ad aumentare le misure di prevenzione attraverso ogni strumento utile a garantire la sicurezza di chi naviga in Rete.

 

Lo scenario come appena illustrato è il seguente: l’ignaro utente riceve sulla propria casella di posta elettronica un messaggio che fornisce indicazioni ingannevoli su presunte spedizioni a suo favore oppure contenente un link o un allegato a nome di Istituti di credito, Aziende, Enti, gestori e fornitori di servizi noti al pubblico. Cliccando sul link oppure aprendo l’allegato (solitamente un documento in formato pdf o zip), viene iniettato il virus che immediatamente cripta il contenuto delle memorie dei computer, anche di quelli eventualmente collegati in rete. A questo punto si realizza il ricatto dei criminali informatici che richiedono agli utenti, per riaprire i file e rientrare in possesso dei propri documenti, il pagamento di una somma di alcune centinaia di euro in bitcoin a fronte del quale ricevere via e-mail un programma per la decriptazione. E’ importante non cedere al ricatto, anche perché non è certo che dopo il pagamento vengano restituiti i file criptati. Tenere sempre aggiornato il software del proprio computer, munirsi di un buon antivirus, fare sempre un backup, ovvero una copia dei propri file, ma soprattutto fare attenzione alle mail che ci arrivano, specialmente se non attese, evitando di cliccare sui link o di aprire gli allegati, sono i consigli più importanti da seguire per impedire l’infezione del Cryptolocker.

 

Per maggiori informazioni e assicurare un contatto diretto e continuativo con il cittadino, si può fare riferimento anche al Commissariato di Polizia di Stato on line, per tutti coloro che frequentano la rete, caratterizzato da innovativi sistemi di interattività con l’utente, reperibile all’url: www.commissariatodips.it. Il portale è stato integrato con apposita “app” scaricabile gratuitamente dal proprio smartphone o dall’ipad per consentire di venire incontro alle crescenti richieste di assistenza e di aiuto degli utenti della Rete, in tempo reale, e di conoscere sempre di più il mondo del web, i suoi rischi e le sue opportunità. In tale contesto, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha concluso, alla fine dello scorso anno, alcune attività che hanno permesso di sgominare un’organizzazione criminale per associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo informatico, estorsione on line e riciclaggio degli illeciti proventi realizzati mediante la diffusione del virus in argomento, di cui sono rimaste vittima privati cittadini ma anche aziende, private e pubbliche. Ovviamente per grandi imprese e noti professionisti la richiesta di bitcoin che varia dai 300 ai 500 euro aumenta.

COS’E’ IL BITCOIN

Il Bitcoin è una moneta virtuale, esprimibile con un numero a 8 cifre decimali. Non esiste un’autorità centrale che la distribuisce e che ne traccia le transazioni in quanto le operazioni sono gestite collettivamente dal network attraverso dei siti cosiddetti exchanger che rilasciano monete virtuali incamerando moneta proveniente da carte di credito o altri strumenti elettronici di pagamento, ossia codici che a loro volta possono essere convertiti in denaro contante). Il valore di un BTC è stabilito dal mercato, come per ogni altro bene (attualmente 1 BTC corrisponde a circa 217 euro, ma tale valore è destinato ad aumentare, considerando che il numero massimo di BTC producibili attraverso il cosiddetto processo di “mining” cui possono partecipare tutti i nodi della rete, è fissato a 21 milioni).

 

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