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Incendio Thyssen, sconto di pena: protesta in aula

TORINO – Il rogo costò la vita a ben sette operai.

L’amministratore delegato della Thyssenkrupp Herald Espenahahn ha ricevuto uno sconto di pena di ben sei anni nel corso della sentenza emessa oggi in aula presso il Palazzo di Giustizia di Torino. L’uomo è stato così condannato a 10 anni di misure cautelari. Alla pronuncia della sentenza è scoppiata la bagarre in aula. Familiari, congiunti e colleghi dei defunti hanno ricoperto di insulti sia la difesa della Thyssen 

 

che i giudici: ”Maledetti. Questa è la giustizia italiana, che schifo. Vergogna”. La motivazione adotta dal giudice per lo sconto di pena è che è configurabile l’omicidio colposo aggravato dalla colpa cosciente, piuttosto che l’omicidio volontario con dolo eventuale. Delle altre riduzioni di pena hanno beneficiato Raffaele Salerno, responsabile dello stabilimento, condannato a 8 anni e mezzo, Gerald Priegnitz, membro del comitato esecutivo dell’azienda e il dirigente Marco Pucci, cui sono stati comminati 7 anni. Otto anni di reclusione sono stati decisi per il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri, nove anni, invece, per il dirigente Daniele Moroni.

 

Al momento della sentenza in aula erano presenti anche il vicesindaco di Torino Tom Dealessandri, l’assessore al lavoro della Provincia Carlo Chiama e i rappresentanti sindacali. “Al di la’ del mancato riconoscimento del dolo eventuale resta una sentenza storica: quello che conta è che mai in Italia sono state date pene così alte per un incidente sul lavoro”, ha commentato Guariniello che ha poi aggiunto: “E’ vero, l’aspetto storico legato al dolo è venuto meno. Noi comunque porteremo avanti questa tesi nel prossimo grado di giudizio”. Madri e zie degli operai deceduti hanno occupato la maxi-aula del palagiustizia in segno di protesta. “Non accetteremo mai questa sentenza. Hanno ammazzato di nuovo i nostri figli”. E Rosina Plati’, madre di una delle vittime, il 27enne Giuseppe Demasi, ha chiesto di “incontrare il ministro della giustizia. Se non verrà, andremo noi dal Presidente Napolitano. Non capiamo perchè siano state ridotte le pene, non è emerso nessun elemento nuovo in appello”.

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