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Violenta rapina in gioielleria: malmenato il titolare. Tre in azione

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Violenta rapina in gioielleria: malmenato il titolare. Tre in azione

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SAN GIOVANNI IN FIORE – Arancia meccanica. E’ questo il primo commento investigativo dei carabinieri della stazione di San Giovanni in Fiore, diretti dal maresciallo Antonio Pantano che, dalla tarda mattinata di oggi, in stretta collaborazione con i militari dell’Arma del Nucleo operativo e radiomobile di Cosenza, coordinati dal maresciallo Domenico Lio,

stanno lavorando intensamente sulla rapina commessa all’interno di una gioielleria del grosso centro florense. Ad agire sono stati in tre, con una classica azione da commando. I rapinatori, dopo aver fatto irruzione nel negozio di preziosi, armati di pistola hanno intimato al proprietari di consegnare soldi e gioielli. Il titolare dell’oreficeria ha cercato di bloccare i malviventi, ma il so tentativo è andato a vuoto. I tre, infatti, per nulla intenzionati a mollare la presa e non disposti a rinunciare all’obiettivo scelto, non hanno esistato a malmenare il gioiellere, colpendolo ripetutamente con il calcio della pistola, nonchè con pugni al volto, alla testa er in altre parti del corpo. L’azione criminosa è stata terrificante. I tre, dopo aver messo a segno il colpo e portato a termine la loro “spedizione” punitiva, si sono dati alla fuga, facendo perdere le proprie tracce. I primi a dare l’allarme sono stati alcuni passanti che hanno visto il gioiellere disteso per terra con le mani alla testa e il sangue che gli colava sul viso. Immediatamente è stato lanciato l’sos di soccorso alla sala operativa del 118 di Cosenza. Parallelamente all’equipe medica e paramedica, la segnalazione d’emergenza è stata inoltrata anche ai carabinieri della locale stazione, giunti sul posto per l’avvio delle indagini di routine. I sanitari, al loro arrivo, dopo aver praticvato le prime cure dle caso al gioiellere, constatando la gravità delle ferite riportate dall’uomo, ne hanno disposto il trasferimento a Catanzaro. I militari dell’Srma, dal canto loro, dopo aver raccolto le testimonianze di alcuni passanti, hanno concentrato la loro attenzione all’interno della gioielleria, alla ricerca di impronte diitali, tracce biologiche o altri indizi validi, utili per risalire all’identità degli autori del colpo. I malviventi potrebbero aver avuto un complice all’esterno che si pensa fatto da palo e abbia anche coordinato il piano di fuga. Le prime e frammentarie testimonianze raccolte, non hanno permesso agli inquirenti di accertare l’auto con cui i rapinatori si sono dati alla fuga. Si propende per l’ipotesi di un colpo studiato. I carabinieri, da ore, stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica della rapina, attraverso la visione dei filmati. Sperano che tra quei tanti frame possano trovare qualche indizio utile. Incerto l’ammontare del bottino, anche se il valore del colpo si stima possa essere alto. Non appena le condizioni del gioiellerie miglioreranno, il titolare dell’esercizio commerciale “violato” verrà ascoltato. Nella collutazione avuta con lui, i rapinatori potrebbero aver lasciato tracce del loro Dna. Una dettagliata informativa sull’evento criminoso è stata trasmessa al procuratore capo della Repubblica di Cosenza Dario Granieri.

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