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La parricida resta in carcere

COSENZA – Senza accenno di pentimento. Stefania Chiurco, la 38enne di Trebisacce, fermata dai carabinieri, con l’accusa di aver

“sezionato” suo padre Riccardo (insegnante in pensione di 72 anni, ndr), è comparsa davanti al gip del tribunale di Castrovillari, per l’udienza di convalida. La parricida, interrogata dal giudice per le indagini preliminari Annamaria Grimaldi, ha ribadito la sua versione dei fatti, confermando di aver “fatto a pezzi” il cadavere di suo padre, ma di non averlo ucciso. La 38enne ha continuato a ribadire la sua versione ufficiale, quella cioè, di aver trovato suo padre, fatto pezzi e lasciato in una busta, davanti all’uscio di casa. Del pensionato, non si avevano notizie dallo scorso 27 dicembre, l’ultima volta che fu visto, vivo. L’uomo, infatti, in quell’occasione, secondo il racconto della figlia, uscì di casa, senza far più ritorno. Stefania ha precisato di non aver chiamato i carabinieri, dopo aver trovato il cadavere, per paura che fosse attribuita a lei la responsabilità del delitto. La donna era in casa quando carabinieri e vigili del fuoco hanno bussato alla porta dell’appartamento di famiglia dove sono stati trovati i resti del pensionato. La ragazza viveva con il padre a Trebisacce dopo la morte della mamma avvenuta cinque anni fa a causa di un ictus. Ma alcuni periodi dell’anno li trascorrevano insieme a Perugia, città nella quale anni fa si era iscritta alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’università e dove i genitori le avevano anche comprato casa. La ragazza – ha raccontato lei stessa ai militari – in passato è stata per un periodo in cura al Centro di igiene mentale di Perugia. Gli inquirenti sin da subito l’hanno definita una «personalità disturbata». Nei giorni scorsi i carabinieri hanno perquisito l’appartamento di Perugia dove hanno trovato calce in soffitta e alcuni post-it nei quali Stefania – non si sa quando – aveva scritto appunti relativi a operazioni postali. I Chiurco sono considerati una famiglia benestante a Trebisacce. Non si esclude, infatti, un movente economico: la giovane si sarebbe forse infastidita perché negli ultimi tempi il padre prelevava una somma di denaro maggiore, anche se non si trattava di grosse cifre. Si tratterebbe soltanto di una delle tante ipotesi al vaglio. Gli investigatori stentano a credere al racconto – che la ragazza ha ribadito anche questa mattina nell’interrogatorio di garanzia – ma sono molto cauti nell’esprimere giudizi. Il gip ha emesso la misura cautelare in carcere. Stefania resta rinchiusa nel penitenziario di Castrovillari. Intanto proseguono le indagini per capire se la figlia ha davvero trovato il padre già morto in giardino e lo ha – per sua stessa ammissione – “soltanto” fatto a pezzi oppure se ha prima ucciso e poi sezionato il corpo di Riccardo Chiurco. Alcune risposte si attendono dall’esame autoptico ma ancora non è stato assegnato l’incarico al medico legale.

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