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Unical, al via il progetto di ricerca Osteonet finanziato dall’UE
Osteonet è finanziato con 1,5 milioni di euro ed il responsabile scientifico è Gerardo Catapano, ordinario di Bioingegneria Industriale del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale
RENDE – La proposta internazionale coordinata dall’Unical ha l’obiettivo di formare una nuova generazione di ricercatori e medici in grado di promuovere lo sviluppo e l’uso clinico di tecniche cellulari multidisciplinari e innovative che consentano all’Europa il primato nei trattamenti di patologie ossee dell’invecchiamento più efficienti e sostenibili e con meno effetti collaterali per i pazienti anziani. L’Università della Calabria ha firmato il contratto di sovvenzione con la Commissione Europea per il finanziamento del progetto di ricerca “OSTEONET – In vitro 3D cell models of healthy and OSTEOpathological ageing bone tissue for implantation and drug testing in a multidisciplinary NETwork”, ottenuto nell’ambito dell’iniziativa Horizon Europe Marie Skłodowska-Curie Actions Staff Exchange (SE) initiative.
Osteonet, finanziato con 1.5 milioni di euro ed il cui responsabile scientifico è Gerardo Catapano, ordinario di Bioingegneria Industriale del Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (DIMEG), si propone due obiettivi principali:
1) Creare una rete europea di esperti di discipline tecniche e medico/biologiche che possano mettere a frutto le loro conoscenze in modo sinergico per sviluppare modelli cellulari tridimensionali in vitro di tessuto osseo sano e invecchiato per promuovere lo sviluppo della medicina di precisione in campo ortopedico;
2) Formare una nuova generazione di scienziati e ricercatori biotecnologici, di personale infermieristico e di laboratorio, e di clinici del futuro che, inseriti in un ambiente multidisciplinare e intersettoriale, siano in grado di superare la propria diffidenza nei confronti di terapie innovative conoscendone meglio il funzionamento e le caratteristiche più convenienti per il paziente, e di sviluppare sistemi innovativi per il trattamento sostenibile e efficace di pazienti e la diagnostica personalizzata (ad es., bioreattori e sistemi dinamici o microfluidici per la coltura di cellule o tessuti umani) riducendo la dipendenza economica e tecnologica dell’Unione Europea da altri paesi.
Nonostante le risorse investite negli ultimi anni a livello mondiale nello sviluppo di tecniche diagnostiche e terapeutiche innovative di tipo rigenerativo o bioingegneristico basate sull’utilizzo di cellule isolate dallo stesso paziente, il numero di tali tecniche che è entrato nella pratica clinica rimane molto limitato. Ciò è dovuto sia alle difficoltà degli operatori sanitari di gestire efficacemente tecnologie innovative che richiedono nuove competenze, che alla generale diffidenza nei confronti di nuove tecnologie. Inoltre, a fronte di un aumento dei costi dell’assistenza sanitaria, molti governi e assicurazioni stanno riducendo sempre più i livelli minimi di assistenza sanitaria garantiti alla popolazione. Il problema è ancora più grave nei paesi occidentali dove il generale invecchiamento della popolazione pesa notevolmente sull’assistenza sanitaria per le caratteristiche delle patologie e delle comorbidità che affliggono una popolazione anziana. In particolare, poi, la risposta non ottimale dei pazienti anziani a farmaci sviluppati per giovani crea ulteriori problemi di morbilità e peggiora la qualità della vita del paziente anziano con significativi costi sociali oltre che assistenziali. Risulta, pertanto, necessario sviluppare e introdurre nella pratica clinica tecnologie innovative che consentano di sviluppare farmaci specifici per il trattamento di patologie tipiche dell’anziano (ad es. patologie ossee) e che consentano di ridurre i costi dello sviluppo di farmaci, ad esempio riducendo l’uso di modelli preclinici animali ricorrendo a modelli cellulari delle patologie studiate.
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