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Massoneria femminile, lettera aperta di una Gran Maestra: ‘’Noi ci siamo’’

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Massoneria femminile, lettera aperta di una Gran Maestra: ‘’Noi ci siamo’’

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La massoneria non è un mondo prettamente maschile, come generalmente si può immaginare. Al suo interno operano logge maschili, logge miste (composte da uomini e donne) e logge esclusivamente femminili.

 

COSENZA – ‘’L’esoterismo è donna – sostiene Elisabetta Fatima Porchia insegnante di lettere in pensione, lametina di origini, ma cosentina d’adozione Gran Maestra della Gran Loggia Italiana Scozzese Femminile – . E’ stata sempre la donna nella storia a mediare con l’Altissimo, dalle sacerdotesse egizie alla Vergine Maria. Si dice che la donna ha paura della massoneria, ma in realtà è la massoneria che teme le donne, tant’è che per la donna questo è stato sempre un percorso difficile. Non importa essere uomo o donna, ciò che conta è la spiritualità della persona, che non ha sesso. La donna non può rimanere fuori dalla spiritualità che si trasmette attraverso l’arte massonica. Certo, sono convinta che la donna debba fare questo percorso da sola, senza l’uomo, perché insieme diverse variabili possono distrarre l’evoluzione dello spirito per porre attenzione verso ‘altro’ attraverso profanità che guastano la spiritualità. Usiamo gli stessi strumenti, ma lavoriamo separatamente.

 

Non è una questione di femminismo. Nel terzo millennio è impensabile escludere la donna dalle logge, anche se la tradizione massonica la bandirebbe. E’ solo un’ipocrisia – denuncia la Gran Maestra – perché si dice che a capo dello scozzesismo ci sia una donna. E la donna è diversa dall’uomo. Una madre non potrà mai accettare una guerra per il terrore di vedervi morire i propri figli. Guerre che invece gli uomini costruiscono giorno dopo giorno. Noi diamo la possibilità alle donne di esprimere se stesse e la propria dignità applicando semplicemente i principi di equità, fratellanza e libertà. Non a caso uso la parola equità. Sarebbe auspicabile che il termine uguaglianza venisse sostituito dal termine equità che trovo più giusto e corrispondente a ciò che si fa nelle logge, ovvero dare a tutti le stesse opportunità attraverso gli stessi diritti e gli stessi doveri. Saranno poi le donne a fare grandi gli uomini che hanno al loro fianco. A me non è mai interessato il numero delle associate, quando vedo migliaia di adepti mi sembra di essere in un’azienda.

 

Siamo invece un’élite spirituale che però non è riservata solo a chi ha cultura o denaro, ma a tutte coloro che hanno requisiti morali e voglia di migliorarsi. Dispiace vedere tra le logge la continua corsa all’accaparramento di affiliati, mi deprime, perché riduce tutto a un mercato dove la persona diventa una merce. Ripeto, non è il numero che conta, bensì la coesione tra noi che serve per diffondere valori quali l’onestà, l’onore e la parola data. Oggi si sta cercando di legittimare le logge femminili che comunque hanno già uno statuto, leggi, strumenti e rituali propri. La massoneria è un microcosmo nel macrocosmo e riproduce tutto ciò che è fuori dai templi, il sole e la luna, così come l’uomo e la donna. Noi ci siamo, non dobbiamo giustificare la nostra esistenza. Il nostro scopo è quello di diffondere i concetti di meritocrazia ed equità al fine di introdurre nella società buoni genitori, buoni politici, buoni lavoratori e buoni imprenditori.

 

Altrimenti a cosa servirebbe spendersi per la massoneria? Io sono al servizio degli altri, non sono nessuno. Non voglio essere ricordata come la Gran Maestra, ma come la sorella che è riuscita a smuovere qualcosa negli animi. Qui non si viene per divertirsi, ottenere favori o posti di lavoro. La nostra è una scuola di vita si bussa ai templi per l’amore di crescere in armonia. Purtroppo c’è un’ignoranza che si taglia con il coltello, noi vogliamo fornire conoscenza, perché solo la cultura rende liberi. Spero che le donne di buona volontà comprendano questo messaggio e possano sentirsi orgogliose di far parte di un universo al femminile che non è chiuso, ma che nell’autonomia trova linfa vitale per crescere in un mondo che ancora oggi vorrebbe essere a tutti i costi solo maschile”.

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