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Caso medici Usca, Graziano: “non abbiamo licenziato nessuno ma cambia il contratto”

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Caso medici Usca, Graziano: “non abbiamo licenziato nessuno ma cambia il contratto”

Il commissario Graziano spiega “non abbiamo mandato via nessuno, ma non è possibile mantenere uno status economico che non è previsto dalla legge”

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COSENZA – Con il cessare dell’emergenza, stabilita dal Governo al 31 marzo 2022 non è possibile prorogare ulteriormente, così come è stato già fatto fino allo scorso 30 giugno, le stesse  tipologie di contratto previste per i medici delle USCA istituite appositamente per il periodo di emergenza pandemica. A spiegarlo e a chiarire la situazione alla redazione di Quicosenza è il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, dr. Antonio Graziano: “quella tipologia di contratto non è più possibile applicarla. Contratto che prevedeva anche un compenso di maggiore entità per i medici delle USCA”.

“Con i medici delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale – spiega Graziano – ho interloquito e li ho ringaziati per il lavoro egregio e straordinario svolto fin qui. Ma purtroppo è cambiata la situazione normativa. Loro sono ‘nati’ con il dr. 14/2020 che all’articolo 8, istituiva le Usca per venire incontro anche alle esigenze dei medici di famiglia e dei pediatri, e dei medici di continuità assistenziali e ovviamente ai pazienti covid”.

“Ci hanno dato una mano non indifferente, ci hanno aiutato nelle visite domiciliari, nel monitoraggio dei pazienti Covid, nell’esecuzione dei tamponi… ma con il cessare dell’emergenza stabilita al 31 marzo sono venute meno anche le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (oggi UCA). Il lavoro che hanno fatto è stato grande, ed è anche per questo che beneficiavano di un’indennità economica di tutto rispetto che non voglio mettere in discussione. Però quelle stesse indennità, ovvero 40 euro lordi all’ora, non possiamo più metterle a disposizione perchè non abbiamo gli strumenti normativi”.

“Non abbiamo fatto altro che applicare la legge”

“La legge 234 del 2021 – spiega Graziano – ha consentito la deroga fino al 30 giugno, e noi abbiamo fatto lavorare i medici fino a quella data. Ci tengo però a precisare che non abbiamo mandato via o licenziato nessuno. Sono stati proposti contratti in linea con la normativa vigente, contratti di Continuità assistenziale (che prevede in genere l’attività assistenziale di notte, nei prefestivi e i festivi, estesa alle ore diurne, per attività covid). Siamo disponibili anche a rimodulare il tipo di attività ma sulle indennità economiche il commissario non può fare nulla”. 

Le indennità

“Io ritengo che se non ci fosse questo motivo – continua Graziano – non ci sarebbe stata questa levata di scudi. Il lavoro rimane lo stesso, la proroga dei contratti c’è stata, ma molti medici non ci stanno alle nuove condizioni economiche. A me dispiace, ma io non posso mantenere uno status economico che non è previsto dalla legge”.

Le ripercussioni sui pazienti covid

“I medici opportunamente formati – spiega in realtà il commissario – devono andare a domicilio. Abbiamo un servizio di Assistenza domiciliare integrata (ADI) operativo h24, i medici di famiglia e i pediatri… se poi questi non vanno a visitare i pazienti io non so il perchè, ma dal punto di vista giuridico sono tenuti ad andare. Certo è che noi non staremo con le mani in mano. Stiamo per riformulare un nuovo bando, un avviso interno per medici di continuità assistenziale perchè sono d’accordo sul fatto che più medici abbiamo meglio è. Inoltre voglio incontrare nuovamente i medici per capire se ci sono margini di trattativa, ma sempre nell’ambito della cornice normativa che ho spiegato. Abbiamo un avviso in essere e abbiamo allargato la platea di tanti medici che vogliono impegnarsi in questo settore. Infine ricordo che abbiamo mantenuto in servizio gli infermieri per altri 60 giorni che garantiranno un’opera egregia anche grazie alle competenze ed esperienze che hanno avuto modo di farsi durante i due anni di emergenza pandemica”.

Era giusto ripristinare la legalità e le persone devono sapere come stanno le cose: non abbiamo licenziato nessuno, non abbiamo interrotto i rapporti con nessuno, quelli in essere continuano ma cambiano i contratti ma non perchè lo vogliamo noi, è la legge che ce lo impone. I medici dell’Usca, ora Uca, sono fondamentali e la loro funzione è strategica ma nell’ambito di una pronuncia normativa ben delineata”.

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