LAINO BORGO (CS) – Hanno lanciato l’allarme ma per lui non c’è stato niente da fare. E’ un cittadino straniero di 35 anni la persona deceduta sul posto di lavoro all’interno della Centrale del Mercure di Laino Borgo, in provincia di Cosenza. Da quanto si è potuto apprendere il trentacinquenne sarebbe precipitato da un ponteggio, non è ancora chiaro se per una distrazione o per un malore improvviso, cadendo su un nastro trasportatore e morendo sul colpo. La vittima di cui non è stato ancora reso noto il nome lavorava con un contratto a termine, e pare anche fosse all’ultimo giorno di lavoro, alle dipendenze di una ditta pugliese impegnata nella manutenzione ordinaria dell’impianto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale stazione e quelli della Compagnia di Castrovillari che hanno avviato gli accertamenti con il coordinamento della Procura di Castrovillari che ha aperto un fascicolo sulla vicenda e ha disposto il sequestro della salma.
I sindacati “basta stragi sul lavoro, inaccettabili”
A intervenire sul tragico incidente mortale avvenuto nella centrale a biomasse di Laino Borgo i sindacati che portano all’attenzione l’ennesima strage sul lavoro.
“Esprimo il cordoglio dell’UGL alla famiglia dell’operaio morto in un tragico incidente sul lavoro all’interno della Centrale del Mercure di Laino Borgo, in provincia di Cosenza. L’ennesima morte sul lavoro di fronte la quale non possiamo far finta di nulla. In tal senso chiediamo alle istituzioni nazionali e locali interventi immediati volti ad intensificare i controlli e rafforzare la formazione dei lavoratori riguardo la sicurezza sul lavoro. Con il tour ‘Lavorare per vivere’, l’UGL vuole sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul fenomeno delle morti bianchi e ribadire, ancora una volta, basta stragi sul lavoro.” Lo hanno dichiarato in una nota congiunta Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL e Ornella Cuzzupi, Segretario Regionale UGL Calabria, in merito all’infortunio sul lavoro in provincia di Cosenza in cui ha perso la vita un operaio.
Cgil, Cisl e Uil territoriali e provinciali esprimono “dolore e rabbia per l’infortunio mortale”. “Il sindacato si stringe attorno alla famiglia ed ai colleghi del giovane coinvolto nella ennesima tragedia sul lavoro. E’ ora di azioni incisive e non più rimandabili: tutele e diritti, primo fra tutti quello di lavorare per vivere e non per morire, non possono essere merce di scambio. Nella crisi economica, acuita dalla emergenza sanitaria, si è talmente ricattabili che si rischia, troppo spesso, che tutele e sicurezza sul lavoro diventino lussi e non diritti. Cgil, Cisl e Uil considerano la sicurezza una conquista di civiltà ed uguaglianza e pretendono che si faccia tutto il necessario per garantire un lavoro sano e sicuro. Il Paese ha bisogno di importanti investimenti in sicurezza e prevenzione, di cui tanto si parla, ma poco si attua concretamente e urge un impegno concreto per una formazione continua ed adeguata ai cicli produttivi. In attesa che si faccia piena luce sulle dinamiche che hanno portato all’incidente odierno, il sindacato chiede un forte impegno da parte di tutte le Istituzioni affinché il tema della sicurezza e della prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro sia prioritario nella agenda politica e vi siano adeguati stanziamenti economici. Controlli, investimenti sulla sicurezza, prevenzione non devono essere considerati costi ed ostacoli alla produzione, ma investimenti al servizio del lavoro e della vita. Nelle prossime ore Cgil , Cisl e Uil valuteranno le opportune azioni da mettere in campo per esprimere solidarietà e vicinanza a chi non è più fra noi e sostenere la rivendicazione del diritto universale al lavoro dignitoso ed in sicurezza”.
