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Svelata la relazione su piazza Fera, Mancini ‘regalò’ oltre un miliardo di lire per un progetto irrealizzabile

L’architetto al quale fu commissionata la progettazione avrebbe dovuto percepire 20 milioni di lire ma arrivò ad incassarne un miliardo e 800 milioni.

 

COSENZA – Dopo cinque mesi d’attesa è stata finalmente letta in aula, dal sindaco ieri pomeriggio nel corso della seduta consiliare, la relazione stilata dalla “commissione d’inchiesta sugli atti relativi al concorso di idee per la sistemazione di piazza Luigi Fera, istituita dal Sindaco con provvedimento di nomina del 12/04/2012”. Tre anni per un documento incompleto in cui manca la risposta all’ultimo quesito, ovvero se la retribuzione dell’architetto Caruso al quale fu affidata la progettazione, fu congrua o meno. Pare infatti che, non avendo nessuno dei componenti della commissione competenze in materia fosse necessario nominare un consulente tecnico. Per farlo, ovviamente, sarebbe stato necessario un compenso per la perizia che la Giunta Occhiuto non ha inteso stanziare.

 

Per ora quindi non è dato sapere se la cifra liquidata a Caruso, un miliardo 848 milioni e 700mila lire, fosse adeguata. Una somma lievitata in maniera esponenziale dato che per il progetto l’architetto doveva essere liquidato con soli 20 milioni di lire ed altri 20 qualora i lavori non gli fossero stati affidati. Pietro Caruso ritardò ben quattro mesi per presentare il plico con il suo lavoro che però, come evidenziato dalla commissione, pare non contenesse né le valutazioni di compatibilità ambientale, nè i pareri del genio civile sull’assetto antisismico, nè tantomeno il nulla osta dell’Asp in merito alle eventuali problematiche igienico-sanitarie. Eppure nonostante il Comune di Cosenza, all’epoca guidato da Giacomo Mancini, non avesse alcuna copertura finanziaria per pagare il progetto, l’architetto fu liquidato profumatamente grazie a dei mutui contratti dal Comune per un progetto poi accantonato in quanto ritenuto materialmente irrealizzabile.

 

La piazza Fera ideata da Caruso infatti, come ha spiegato Mario Occhiuto, avrebbe creato una vera e propria barriera visiva da tutti e quattro i lati (via Alimena, via Caolprese, corso Mazzini e corso Italia) in quanto l’altezza del piano di calpestio sarebbe stata inferiore a quella della piazza. Non contenta di tale risultato la Giunta Mancini intese affidare a Caruso anche il restyling di piazza Riforma, mai appaltato, costato ai cosentini ben 800 milioni di lire liquidati all’architetto senza alcuna delibera di Giunta. Anche in questo caso la demolizione del Cimbalino e l’ammodernamento del parcheggio non furono ritenuti applicabili. Nonostante ciò Occhiuto ha scelto proprio l’architetto Caruso, ‘che stimo come professionista’ ha detto nel corso del Consiglio Comunale di ieri, per la piazza Riforma 2.0 assicurando che il progetto inizialmente stilato è stato abbandonato.

 

Sarà forse questa ragione per cui il presidente della commissione Frammartino, socialista di lungo corso, dopo aver diplomaticamente definito il ‘regalo’ di Mancini a Caruso ‘una gestione poco lineare dell’iter’ ha affermato che tale ‘gestione poco lineare’ continua anche ad oggi. Bisogna infatti ricordare che pur essendo sostanzialmente diverso, il nuovo progetto di piazza Bilotti redatto dall’architetto Cuconato si basa, come accertato dalla Procura, su una perizia idrogeologica che pare sia esattamente un copia-incolla di quella presentata da Caruso. Il fatto però, come spiega lo stesso procuratore Granieri, non costituisce reato. La questione è quindi archiviata. I lavori, invece, proseguono così come le indagini sull’affidamento degli appalti all’Ati Bilotti Parking. ”Potremmo tardare nella consegna (prevista per lo scorso Giugno) – afferma Occhiuto – di sei mesi o di un  anno, ma in tre anni abbiamo cantierizzato un’opera di cui si ha traccia nei verbali comunali sin dalla fine degli anni ’50. Il tutto senza togliere nulla dalle casse comunali visto che tre milioni e mezzo sono stati stanziati dai privati ed oltre 18 milioni dalla comunità europea”. La commissione d’inchiesta formata dall’avvocato Rosselli in veste di segretario, Frammartino di presidente, ed consiglieri Nucci e Salerno per la minoranza intanto nel frattempo è decaduta due giorni fa.

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