Provincia
The Guardian su Scalea “l’economia rifiorì con i russi, ora li perde”
L’articolo del quotidiano brittanico sul borgo cosentino e sugli investimenti fiorenti dei russi nel mercato immobiliare. Il sindaco replica “non viviamo solo di russi”
COSENZA – Il The Guardian – quotidiano brittanico – si sposta in Italia, precisamente a Scalea, borgo marittimo del cosentino, concentrandosi sulle perdite del mercato immobiliare, finanziato in larga scala dai russi a partire dal 2010. La pandemia di Covid e l’invasione dell’Ucraina hanno interrotto bruscamente anni di fiorente attività in cui i sovietici avevano fatto ingenti investimenti nella cittadina cosentina. Ad esporre la situazione di crisi Nicola Rotondaro, titolare di un agenzia in città. “I servizi riportati sul cartellone esterno alla Rotondaro Costruzioni, agenzia immobiliare e costruttore, sono scritti in italiano e russo, così come i dettagli degli immobili messi in vendita in vetrina”, scrive Angela Giuffrida sul The Guardian. La maggior parte di quegli acquirenti di proprietà erano russi”, “che accorrevano qui per la proprietà a buon mercato e il sole”.
La presenza di acquirenti e vacanzieri russi a Scalea era già quasi svanita a causa della pandemia. Ora l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina e delle successive sanzioni economiche, in particolare il divieto di voli, rende improbabile un ritorno dei russi in Calabria.”Scalea, una città di poco meno di 11.000 abitanti, ha circa 30 agenzie immobiliari, molte delle quali si rivolgono al mercato russo. Ristoranti, bar e negozi lavoravano molto grazie ai loro ospiti russi, che tendono a spendere di più rispetto alle loro controparti italiane”. “In situazioni normali, qui ci sono molti russi. Adesso non ce n’è nemmeno uno”, dice Salvatore, un cameriere. “E spendono molto. Se la guerra finirà presto, forse torneranno in tempo per l’estate”.
Il mercato immobiliare a Scalea e in altre città lungo la costa calabrese ha avuto il suo apice negli anni ’80 e “l’interesse dei russi per il borgo cosentino è iniziato a partire dal 2010 circa. Erano insegnanti, professori e medici, che si sono procurati umili proprietà che ancora oggi possono essere acquistate per un minimo di € 14.000. Il proprietario russo più famoso di Scalea è stato Boris Klyuyev, un attore morto nel 2020. Tra tutti i borghi perché proprio Scalea? “La vita qui è semplice: hai una bellissima spiaggia, il costo della vita è basso, puoi mangiare fuori a buon mercato e fare colazione al bar, che è sempre un piacere, e la gente del posto è accogliente”, ha detto la presidente dell’associazione Calabria-Russia
Il sindaco Perrotta “non viviamo solo di russi”
“Sì, ci sono stati investimenti significativi dalla Russia, ovviamente Scalea è diversa da Mosca per chi ama il sole, ma abbiamo anche altre comunità: polacca, rumena e ucraina”, è la replica del sindaco Giacomo Perrotta. Recentemente abbiamo tenuto una marcia per la pace, alla quale hanno partecipato tutti, russi e ucraini. Come popolazione, siamo ben integrati”.
Il boom immobiliare nelle aree calabresi è stato in parte alimentato dall’abusivismo edilizio da parte di gruppi mafiosi, con un giro di vite che dal 2013 ha portato al sequestro di centinaia di villaggi turistici e case di villeggiatura e ora l’amministrazione locale spera di mettere in vendita gli immobili confiscati alla mafia. “Stiamo partecipando a una competizione per i finanziamenti, quindi questo è il primo passo: avere i fondi per riordinarli”, ha detto Perrotta.
Perrotta è fiducioso sull’estate di Scalea. “Aspetteremo il ritorno dei russi… ma dopo due anni di pandemia, prevediamo un boom della presenza turistica – non viviamo solo di russi; abbiamo tanti visitatori italiani anche noi”.

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